Gli allenamenti da casa, di fronte ad un pc in attesa della ripresa del campionato. L’Empoli non si ferma e prosegue, dalle rispettive abitazioni, il lavoro degli azzurri, con un programma di smart training che va avanti da settimane come raccontato dai preparatori atletici azzurri all’edizione locale de La Nazione.
“Quando c’ è stato il blocco – spiega uno dei preparatori azzurri, Franco Chinnici – ci siamo dovuti organizzare in fretta. Abbiamo fornito ai ragazzi una bicicletta ciascuno nel momento in cui non potevano nemmeno correre all’aperto e in più abbiamo attrezzato nella casa di ogni giocatore una mini palestra. Ognuno ha ricevuto il proprio materiale e a tutti è stato dato un cardiofrequenzimetro, perché in base al lavoro che vogliamo sviluppare ognuno deve rispettare certe frequenze. Il programma? Appuntamento alle 9,50, inizio alle 10. Ogni mattina svolgiamo cose nuove, i ragazzi sono attivi e lavorano bene. Ci alleniamo da lunedì a sabato, la domenica è riposo. Dobbiamo ringraziarli per la disponibilità e un grazie anche alla società per i materiali che ci ha messo a disposizione. Lavoriamo con carichi importanti, arriviamo fino a 110 kg con bilanciere libero. Puntiamo su forza e prevenzione, se si riparte – dice ancora il preparatore azzurro – dobbiamo essere in grado di ricominciare tranquillamente a spingere. Il morale resta alto, la squadra ha voglia di ricominciare”.
“I ragazzi sono stati finora straordinari, di questo gli va dato merito – racconta un altro preparatore azzurro Giovanni Petralia -. È il loro lavoro, certo, ma in queste situazioni abbiamo trovato una professionalità eccezionale. Il calcio è uno sport particolare, non basta stare sopra una bici per mantenere la forma giusta, ma poter fare questo tipo di attività da casa ci ha permesso di limitare i danni dell’inattività». Si parla anche di una possibile ripresa e dei tempi che serviranno per essere al top. Ripresa? Da quello che leggo potrebbe esserci intorno al 20 maggio: se iniziamo con lavori collettivi due o tre settimane potrebbero essere un giusto compromesso per essere più o meno pronti. Questo è quello che serve per arrivare a giocare, poi serviranno almeno due o tre partite per arrivare al punto in cui eravamo. Nessuno alla prima partita potrà pensare di essere alle condizioni in cui eravamo a marzo, ma sarà così per tutti e noi, dal canto nostro, cercheremo di curare molto anche l’aspetto individuale di ogni singolo giocatore”