News

Il tecnico dell’Empoli Primavera Antonio Buscè ha presentato la nuova stagione che attende gli azzurrini. Di seguito le sue dichiarazioni. 

“Come sempre ci dobbiamo mettere nelle condizioni di poter fare il doppio lavoro: l’obiettivo fondamentale di tenere la categoria e quello di far crescere qualche ragazzo che magari riesca ad approdare in prima squadra; come successo con Baldanzi, con Asllani che poi è andato via, con Viti due anni fa e con Fazzini e Degli Innocenti che sono tutt’ora in ritiro con la prima squadra. Questo dev’essere l’obiettivo. La base è buona – prosegue Buscè – lo scorso anno abbiamo chiuso il campionato con molti 2004 quindi si riparte da qui, fisiologico che ogni stagione che passa le rose debbano essere cambiate. E poi abbiamo dei 2005 che la società spera e cercherà di far crescere. Sarò soddisfatto alla fine della stagione se riusciremo a mantenere la categoria. Lo scorso anno venivamo da un risultato strepitoso come la vittoria del campionato, ad Empoli era successo nel 1999: noi sappiamo che il nostro Scudetto è la Primavera 1. Per la società è il fiore all’occhiello del settore giovanile perché dalla Primavera si passa in prima squadra. Dobbiamo essere consapevoli che questo è il nostro Scudetto: se l’anno scorso c’erano altre aspettative penso che si debba guardare la realtà. L’Empoli non può fare investimenti esosi in Primavera, la nostra speranza e bravura è che con il minimo indispensabile, e a volte anche qualcosa in più, si riesca a raggiungere gli obiettivi”.

“Da parte mia – aggiunge Buscè – cerco di ottenere il risultato sul campo attraverso la crescita dei ragazzi: una due tre partite le vinci con l’episodio o con la fortuna mentre ce ne sono altre che se non hai mentalità e gioco, quindi migliorando i ragazzi, secondo me fai più fatica. Qui ad Empoli è fondamentale portare a casa il risultato grazie alla crescita dei giovani. Ripeto: diventa vitale far crescere qualche ragazzo che possa fare il salto e le fortune della prima squadra. Quali sono le mie motivazioni? Prima che iniziasse il ritiro ho parlato con il Presidente, con il Direttore Accardi e con il Responsabile Bargagna: normale che dopo tanti anni ci si possa fare qualche domanda su stimoli e entusiasmo ma a me quello non manca e mi serve per fare un anno importante per me e per i ragazzi. Passa il tempo e sento di avere maggiore responsabilità”.