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Due giorni di lavoro alle spalle, l’esordio in campionato in vista: il nuovo tecnico azzurro Pasquale Marino è stato presentato ieri nella sala stampa Antonio Bassi dello stadio Carlo Castellani.

“Ho trovato un gruppo voglioso di intraprendere una strada diversa – ha dichiarato il neo tecnico azzurro -; i ragazzi sanno di avere delle qualità importanti e il fatto di esser stati scelti dall’Empoli testimonia il loro valore. I ragazzi si allenano bene, hanno cultura del lavoro, sintomo che chi mi ha preceduto ha fatto bene da questo punto di vista a prescindere dai risultati. Atleticamente ho trovato un gruppo pronto, le risposte sono state positive e da dentro dico che lo stato generale è buono, considerando anche tanti ragazzi nuovi che non avevano giocato spesso e stanno ritrovando il ritmo. Poi è normale che quando ci sono periodi negativi, il morale vada ad incidere nelle prestazioni e non si ottenga quello che si vuole. Adesso è il momento di voltare pagina, c’è da lavorare, andando a trovare le soluzioni migliori per fare un girone di ritorno diverso: fin da sabato speriamo di trovar un ritmo importante, ben consapevoli che in B se hai qualità ma non ci metti intensità, in ogni gara fatichi ad emergere. La scelta di Empoli? In questi mesi dopo la fine del rapporto con il Palermo ho ricevuto diverse proposte. Volevo un ambiente dove si poteva far calcio e si potesse lavorare in maniera organizzata. E qui credo di averlo trovato: l’Empoli è stretta in B per quanto mostrato in questi anni e guardando l’organico sono stato stimolato perché, senza nascondersi, abbiamo una squadra forte che mi dà la possibilità di esprimere le mie idee e il mio modo di fare calcio”.

“Da parte mia ho cercato di dare un’idea di gioco da sviluppare – ha proseguito Marino -, vogliamo essere propositivi ma con equilibrio e grande attenzione. Adesso dobbiamo alzare la testa, le difficoltà aiutano a crescere ma la prima risposta che mi aspetto è sotto il punto di vista caratteriale. Poco tempo a disposizione? Avere a che fare con ragazzi intelligenti è un vantaggio: ad ogni allenatore piacerebbe cominciare dal ritiro e lavorare in maniera graduale, ma farlo adesso non è un problema. Dobbiamo esser bravi a ottimizzare tempi e momenti di lavoro, trovare un’identità e arrivare ai risultati attraverso il gioco e l’organizzazione. Perché proprio quest’ultima aiuta la crescita del singolo: lavorare sugli automatismi è fondamentale, far sì che i ragazzi sappiano come muoversi in ogni situazione e vadano in campo sapendo bene come comportarsi. E questo arriva solo col lavoro e con la ripetitività del gesto: abbiamo fatto qualche seduta in più proprio per accelerare questo processo sotto tutti gli aspetti possibili, cercando di non creare confusione ma dando serenità e proponendo cose semplici. La rosa ampia? Non è un problema, almeno per me, perché la competizione sana aiuta a migliorare sia in allenamento che in partita, permettendo anche in settimana di lavorare ad alta intensità”.

“Modulo?  – ha aggiunto – Non amo i numeri, oggi stiamo lavorando sul 4-3-3 ma ci concentreremo anche su altro e solo il tempo può dirci quale sia il vestito migliore. Questa squadra è pensata per stare a quattro dietro e tre in mezzo, poi davanti valuteremo. Ma in generale conta la mentalità, la voglia di sacrificarsi, vedendo poi cosa calzerà a pennello a questo gruppo. Col lavoro tutto è possibile, abbiamo giocatori di qualità e risolveremo anche le difficoltà di manovra che si sono palesate. La nostra volontà è quella di proporre qualcosa che coinvolga tutti, dare dei concetti di base: ai ragazzi piace avere il pallino del gioco, dobbiamo lavorare sulle catene, andare come detto alla ricerca di movimenti coordinati e trovare gli spazi giusti per muoversi, sfruttando anche l’ampiezza. L’aspetto economico? Non ho chiesto soldi perché ne ho tantissimi… Battute a parte, ho chiesto di lavorare e firmare per 5 mesi perché mi sembra una cosa logica. Voglio farmi apprezzare col lavoro, se ci sarà soddisfazione reciproca proseguiremo insieme, altrimenti ognuno farà le sue scelte. Mi piacerebbe continuare e creare un ciclo e non è il contratto l’aspetto principale”.

“Nei momenti di difficoltà è normale che subentri l’ansia – ha concluso Marino – ma dobbiamo tener presente che basta poco per far cambiare una stagione: i ragazzi sono intelligenti, sanno che devono migliorare e fare tutti qualcosa in più per andare a trovare quella continuità di gioco che porta poi ai risultati. Obiettivi? Per quel che mi riguarda sono abituato a guardare solo la prossima partita: oggi pensiamo al Crotone, senza guardare classifica o prossime avversarie, ma pensando solo a far risultato sabato. In generale il campionato, a parte il Benevento, è aperto a tutti, con il Crotone che troveremo sabato che ha espresso un ottimo calcio, il Pordenone che sta facendo bene e molte altre squadre che stanno facendo la loro stagione: sta regnando un grandissimo equilibrio, non ci sono gare scontate e molte squadre continuano a coltivare la speranza di arrivare tra le prime 8”.