Un bilancio su questa prima parte di stagione, per un Empoli che ha conquistato diciassette punti in quindici giornate di campionato, la pausa per il Mondiale ed il periodo di ritiro in Spagna: mister Paolo Zanetti ha parlato di questo ed altro nei giorni scorsi a Il Tirreno.
“Il bilancio è buono – dice il tecnico azzurro – volevamo che fosse ottimo. Abbiamo fatto punti importanti, qualcuno lo abbiamo perso per strada, altri li abbiamo trovati. L’importante è il vantaggio che abbiamo accumulato sulla terzultima. Fare punti in Serie A non è semplice per nessuno. Però siamo consapevoli di essere giunti a due quinti del campionato e non abbiamo fatto ancora nulla. Come si arriva alla salvezza? Anche facendo tesoro della lezione dell’anno scorso, per quanto mi riguarda. Quell’esperienza mi è servita e nel gruppo che alleno ci sono tanti giocatori che sono nelle mie stesse condizioni. Come ho trovato la squadra alla ripresa e a cosa serve questa settimana di ritiro in Costa del Sol? Stanno tutti bene. Due settimane di stop, a questo punto della stagione, non spostano molto. C’è da mantenere la condizione più che da caricare. Il ritiro in Spagna servirà intanto a dare un po’ di respiro ai nostri campi, ci sarà un clima favorevole per gli allenamenti e stare insieme per sette giorni serve anche a cementare il gruppo, una cosa che è sempre utile”.
“I tifosi empolesi? Sono fantastici – dice mister Zanetti -. Cantano dal primo all’ultimo minuto delle partite e spesso io dico ai ragazzi che bisogna giocare anche per loro. Il calcio è fatto di emozioni e loro se le meritano. Empoli che fa meno possesso e gioca più in verticale: è la strada giusta? Sì, stiamo cercando di essere più verticali. Col solo possesso non si vincono le partite. E allora bisogna stare sul pezzo, orientati al risultato, per cercare di vincere anche certe partite sporche. Questo non significa che vogliamo tralasciare l’aspetto estetico. Dipende dalle situazioni. Alleno più la testa dei giocatori o l’aspetto tattico? Dipende dal gruppo che hai a disposizione. L’aspetto mentale è quello più difficile da allenare. Per quanto mi riguarda cerco di capire le singole situazioni e affrontare i problemi. L’unica regola è questa: prima viene la squadra, poi il singolo. Un fioretto in caso di salvezza? No, non ho pensato a nessun fioretto. Penso al lavoro sul campo e cerco di metterci tutto me stesso. So che la seconda salvezza è sempre quella più difficile ma sono fiducioso”.