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L’Empoli, un affare di famiglia.

Fabrizio e Rebecca Corsi, Presidente e Vice Presidente dell’Empoli ma soprattutto padre e figlia che con passione e dedizione sono alla guida della nostra società sono stati gli ospiti di Storie di Serie A, il format di Radio TV Serie A con RDS che racconta le storie di grandi personaggi che hanno lasciato un segno indelebile nel nostro campionato.

UN AFFARE DI FAMIGLIA
Fabrizio: “Mio papà partecipava al consiglio d’amministrazione della squadra negli anni ‘60. Un giorno dopo una riunione, giurò che non avrebbe più fatto parte della storia dell’Empoli per diversi problemi che c’erano; un giuramento che poi, però, non ebbe seguito. Mia nipote Blu Marisa ha un nome che racchiude passione e amore: blu il colore dell’Empoli, un colore che ha contraddistinto la nostra vita, Marisa è il nome di mia mamma, la nonna di Rebecca, che è stata un riferimento per tutti, soprattutto per lei”.

Rebecca: “Ha già detto tutto mio papà, il blu mi è sempre piaciuto come colore e come nome e Marisa, non me ne voglia mia mamma, ma è stata il mio faro, la donna della mia vita che mi ha spinta a fare tutto quello che volevo fare, sostenendomi e non facendomi sentire mai sola. La penso almeno una volta al giorno”.

LA STORIA DEI CORSI E DELL’EMPOLI
Fabrizio: ”Il primo giorno da Presidente lo ricordo benissimo: fui nominato da un gruppo di amici che videro in me la soluzione per provare a risolvere una crisi. Doveva essere un incarico di qualche mese. Ricordo che un migliaio di tifosi si riunirono a Palazzo delle Esposizioni. Non pensavo di aver provocato tutto quel subbuglio. Era il 1991 e ricordo benissimo che molti tifosi definirono la cosa un po’ bizzarra. Avevo 31 anni, ero giovane ma sostenuto da persone qualificate, competenti e trasparenti, anche da dirigenti che non facevamo parte del CDA. Non li voglio nominare ma uno in particolare devo: il Patron di Sammontana, Renzo Bagnoli, che era già stato Presidente prima di me. Lui mi indicò probabilmente anche per una questione di affetto e di stima, per la passione che comunque avevo mostrato. Passavo tempo al centro sportivo a vedere gli allenamenti, seguivo il direttore sportivo e l’allenatore per provare a cogliere dettagli e cose che ricordo e conservo. L’Empoli all’inizio arrivò come una soluzione momentanea: io non ero proprietario della maggioranza delle azioni, poi dopo qualche anno venne fatto un aumento di capitali per acquisirne la maggioranza. Prima gestivo la società con una maggioranza esterna”.

Rebecca: “Tutto si muove per dei sogni e delle ambizioni. I rischi sono altissimi ed è difficile: mio padre cerca di frenarmi per proteggermi, io cerco di migliorare e ho tutti i giorni l’opportunità di assorbire il massimo da lui e dalle persone che mi stanno interno. Mi sono addormenta in questo stadio tra le braccia di mio padre. Ho sempre avuto un legame fortissimo con lui e il modo per stargli il più vicino possibile era seguirlo la domenica allo stadio. Sì, mi sono addormentata ma poi non ho più dormito. Ho giocato 12 anni a basket e mi piaceva come sport da praticare; ho amato lo spogliatoio e a volte lo sogno ancora la notte, quello che ti dà lo spogliatoio non te lo dà nessun altro tipo di contesto; il calcio è un amore insostituibile”.

GLI OBIETTIVI STAGIONALI
Fabrizio: “Noi sportivi siamo superstiziosi, il nostro Scudetto è sempre stata la permanenza in Serie A o la promozione dalla Serie B quindi rimango fedele a questo desiderio di mantenere la categoria. So benissimo che anche quest’anno, se arriverà, arriverà attraverso il superamento di momenti difficili. Tutti noi, compreso l’ambiente, dobbiamo dare il meglio soprattutto nei momenti di difficoltà”.

Rebecca: “L’Empoli è già stato in Europa, tutto è possibile, ma noi siamo ancorati a quella che è la nostra realtà oggi. La nostra ambizione e il nostro scudetto è la salvezza, poi se un giorno avremo le forze per alzare l’asticella, lo scopriremo vivendo”.

LUCIANO SPALLETTI
Fabrizio: “Siamo partiti da amici, da adolescenti non avremmo mai pensato di vivere esperienze del genere insieme. Lui ha iniziato prima da calciatore e poi da allenatore del Settore Giovanile. Credo che tutto parta dalla promozione del 1996: focalizzo quella giornata a Modena nello spareggio con il Como, con il gol di Carmine Esposito, come momento più importante per la mia esperienza e la sua carriera. Spalletti aveva le stigmate da allenatore? Aveva curiosità per gli allenatori del periodo, già da calciatore cercava di studiare e capire come costruivano durante la settimana certi concetti di gioco. Era un sintomo di quello che poteva essere il suo futuro. Ha questa curiosità di conoscere e di prendere il meglio da tutti, l’ha ancora conservata; è quella cosa che secondo me gli dà vitalità tecnica. Oggi è un allenatore affermato tra i più importanti del panorama calcistico”.

Rebecca: “Se si parla dello Staff della Nazionale, penso a tutte le persone che giocavano per l’Empoli, erano tutti in rosa, compreso l’allenatore. Al mio primo compleanno ricordo che mi regalarono una casetta giocattolo. Ritrovarli oggi nello Staff della squadra che rappresenta il nostro Paese è un orgoglio enorme”.

D’AVERSA
Fabrizio: “Sembra un allenatore cresciuto da noi, la passione nello scoprire e crescere i giovani sembra appartenergli tanto quanto appartiene a noi e a questo Empoli. Abbiamo un settore giovanile costruito soprattutto negli ultimi 20 anni che ci permette di essere orgogliosi, in grado di sfornare talenti. La cosa più positiva da pensare è che siamo tra le squadre più giovani del campionato e che con il lavoro del mister e del suo staff si possa crescere molto. Viene fatto un lavoro importante non solo per quanto riguarda gli allenamenti in settimana in previsione della gara, ma anche sui giovani che magari non stanno giocando e che possono crescere. Su alcuni ragazzi posso già vedere dei cambiamenti da luglio ad oggi. Questo aspetto del lavoro è quello che mi dà più fiducia”.

IL SETTORE GIOVANILE
Fabrizio: “Dagli anni 50’ viviamo coltivando il talento, o investendo su calciatori che anche grazie all’Empoli arrivano a toccare il massimo livello del calcio. Nel tempo abbiamo migliorato il settore giovanile: un tempo prendevamo gli scarti delle altre società, oggi invece abbiamo un appeal per cui il giovane sceglie l’Empoli perché quello che vede in noi in termini di percorso, crescita e futuro. Questo è un patrimonio che con Rebecca ci siamo costruiti. Così nascono anche rapporti speciali con le famiglie. Per me la domenica vedere le gare del settore giovanile e parlare con gli addetti ai lavori, col nonno, il dirigente accompagnatore o l’autista dà gusto, colgo quei meccanismi che mi aiutano in tante cose”.

IL NUOVO STADIO E MONTEBORO
Rebecca: “Per quanto riguarda lo stadio, lato amministrazione comunale, dopo il percorso partecipativo ci sarà la conferenza dei servizi. Noi ci stiamo accingendo a creare l’ATI, ovvero l’associazione temporanea di impresa con i vari partner che faranno parte del progetto. Parallelamente il nostro centro sportivo andrà a sostituirsi per gli allenamenti alla casa della prima squadra, perciò lo amplieremo per garantire a prima squadra e settore giovanile strutture ancora più all’avanguardia”.

Fabrizio: “Lo stadio con i partner è diventata un’operazione fattibile, qualche anno fa avevo invece dei dubbi. Sarà una riqualificazione fatta a pezzi, continuando comunque a giocare nel nostro impianto”.

EVOLUZIONE
Rebecca: “Diventare consigliera di Lega è stato per me motivo di grande orgoglio, rappresentare tutte le realtà come l’Empoli è una responsabilità. Il caso precedente è stato quello di Rosella Sensi che non ha certo bisogno di presentazioni. È un impegno ed una responsabilità che porto avanti da due anni e che, non lo nego, vorrei continuare e che mi sta facendo crescere. Mi rapporto con figure di un livello fuori dall’ordinario”.