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Il tecnico azzurro Roberto Muzzi ha parlato in conferenza nella sala stampa Antonio Bassi dello stadio Castellani alla vigilia della sfida con l’Ascoli: ascolta le sue parole su Empoli Football Channel.

“Il momento non è dei migliori, inutile nascondersi – ha dichiarato il tecnico azzurro – e se ne può uscire solamente col lavoro. Ci sono dei problemi, ci stiamo lavorando ma da parte mia posso dire che combatterò fino all’ultimo e voglio che i miei giocatori facciano altrettanto. Questa deve essere la mentalità, nel calcio questi periodi possono capitare ma non accetto di mollare o essere negativo. Io sono positivo e chi è negativo può tranquillamente accomodarsi fuori; In settimana ho visto i giocatori carichi e concentrati e sono sicuro che combatteranno al mio fianco per l’ambiente e i tifosi. Gara della vita? Domani ci attende una squadra forte che bene ha fatto anche in Coppa Italia. Ma a prescindere da chi abbiamo davanti che per noi tutte le partite debbano essere partite della vita, principalmente a livello di atteggiamento”.

“Sono qui da tre settimane – ha proseguito Muzzi – e stiamo lavorando su tutti gli aspetti; non possiamo intervenire a gamba tesa su certi aspetti perché si rischia di fare solamente peggio, ci vuole tempo anche se non ce n’è. La mentalità a Cremona mi è piaciuta, siamo stati aggressivi e coraggiosi, ma è anche vero che se non vinci da nove partite arriva la paura. La squadra però l’ho vista meglio, sia martedì che in allenamento e siamo tutti convinti e consapevoli che periodi come questo possono starci e che adesso è arrivato il momento di reagire e dare una svolta. La classifica? Il campionato di B è lunghissimo e duro e non guardo adesso la classifica; il mio pensiero è quello di dare il massimo ai ragazzi e altrettanto voglio da loro”.

“I tifosi?  – ha concluso il tecnico azzurro – Hanno ragione, è normale che dopo tante gare senza vittorie ci sia un po’ di malumore. Ho chiesto loro di stare con la squadra per novanta minuti e dare il loro contributo che per noi è preziosissimo. Poi, come normale che sia, a fine gara vedremo se ci saranno applausi o fischi. È il momento in cui tutti dobbiamo stare sulla stessa barca, durante la gara e voglio che da fuori ci diano una grande mano perché abbiamo bisogno anche di loro per fare risultato. Conta più essere uomini o giocatori? Mi aspetto entrambe, sia di essere uomini che calciatori. Io ho una squadra di uomini e ne sono convinto”.