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Il tecnico azzurro Davide Nicola ha parlato nella sala stampa Antonio Bassi del Carlo Castellani Computer Gross Arena alla vigilia della sfida di domani contro l’Atalanta; ascolta le sue parole su Empoli Football Channel.

“La settimana è stata su di noi, sulle nostre capacità e in funzione dell’avversario che incontreremo. Sappiamo bene di affrontare un avversario che ha grande qualità e fisicità, finalista di Coppa Italia e stabilmente in Europa, che ha fatto più di 380 gol in cinque anni. Una squadra assolutamente temibile. Abbiamo cercato quei pochi punti deboli per creare le nostre occasioni. Che atteggiamento servirà domani? Dovremo pareggiare ciò che loro metteranno in campo sotto il profilo del dinamismo, della velocità del gioco, di portare tanti calciatori in fase offensiva. Hanno una identità chiara da tempo, questo abbiamo cercato di riconoscerlo e di capirlo. Servirà convinzione e intensità ma anche gestire i ritmi della partita. Cosa mi piace di più dell’Atalanta? L’identità che sono riusciti a seminare i questi otto anni, senza accontentarsi ed essendo sempre positivi. Hanno una rosa talmente vasta che possono cambiare 4-5 giocatori. L’Atalanta è diventata un punto di riferimento per chi ama il calcio. A me piace concentrarmi sulla mia squadra e sulla capacità che abbiamo di dimostrare la nostra identità. Indipendentemente dalla forza degli avversari, a me interessa che la mia squadra dimostri di poter essere competitiva. Siamo a un punto tale che non possiamo fare calcoli, mancano cinque gare e dobbiamo cercare di fare più punti possibile. La strada che gratifica maggiormente è il come, voglio che la squadra sia sicura di ciò che sta facendo. Incontreremo delle difficoltà ma siamo anche consapevoli del percorso che abbiamo scelto di intraprendere. Non possiamo fare altro che allenarci a duemila all’ora e pensare di poter essere competitivi contro tutti. Possiamo fare ancora di più”.

“Cinque gare al termine della stagione? Nonostante tutto ciò che si possa pensare, la singola partita diventa determinante perché nulla è scontato. Tenere l’attenzione sulla singola partita significa verificare la settimana che hai fatto e darle importanza indipendentemente dall’avversario. Dobbiamo fare più punti possibile ma non so con chi. La prima partita che arriva è la più importante, certamente l’avversario ti porta a doverti migliorare e a leggere tutte le situazioni nel migliore dei modi. Mi aspetto che i ragazzi facciano quello che stanno facendo senza pensare all’avversario, uscendo dal campo con la convinzione che di più non si poteva fare. La crescita della fase difensiva? Il concetto difensivo per noi è di squadra, non alleniamo solo la difesa perché l’aspetto difensivo comincia dalla prima linea di pressione che è quella degli attaccanti. Lavoriamo nel globale per poi stimolare individualmente. Non ci siamo concentrati esclusivamente sulla parte difensiva, ma abbiamo cercato di aumentare l’aggressività e di avere il gusto del recupero-palla immediato. A volte ci riesce meglio, a volte meno, e su questo insistiamo. Così come insistiamo sulla parte offensiva, perché quando recuperi palla devi essere in grado di creare dei presupposti e occupare gli spazi. Su questo si lavora quotidianamente, la perfezione non arriverà mai ma la capacità di ripetere comportamenti sono i presupposti per rendere meglio di squadra e individualmente”.