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Il tecnico azzurro Aurelio Andreazzoli ha parlato oggi in conferenza nella sala stampa Antonio Bassi dello stadio Castellani, in vista della sfida di domani sera contro il Genoa “Quando comincerà sarà una partita normale – ha dichiarato il tecnico azzurro – che avrà come di consueto aspetti tecnici e tattici come ogni gara. Sarà diverso l’ambiente, che mi attendo certamente particolare e che ci riporterà, purtroppo, a quella sofferenza che la città di Genova ha avuto. Mi fa piacere essere là e soffrire assieme a loro: lo avevamo fatto e detto la settimana scorsa, ma la vicinanza è una sensazione in più, anche se mi dà fastidio pensare a ciò che è successo. I 43 minuti di silenzio? Avrei preferito che non ce ne fosse stato bisogno, che dopo il fischio d’inizio si pensasse solo gara ma apprezzo la decisione della tifoseria del Genoa”.
“Il Genoa è una squadra che si è ormai consolidata in questa categoria da tempo – ha proseguito Andreazzoli – e che si è sempre dimostrata ostica indipendentemente da chi l’allena. Hanno un attacco imprevedibile e questa è la carta vincente di ogni squadra: se è prevedibile favorisce la difesa, se non lo è mette paura. Loro hanno possibilità di scegliere, hanno giocatori di valore su cui basarci inoltre giocheremo in un ambiente fantastico come Marassi, un ambiente che trascina la squadra, ma anche per certi versi chi va a giocare lì da avversario. Ci aspettiamo una gara difficile, con molti aspetti a cui stare dovremo attenti, ma siamo pronti e vogliamo giocarcela”.
“Veniamo da una settimana normale – ha aggiunto il tecnico azzurro – dove siamo stati certamente meglio rispetto alla precedente perchè vincere e convincere ti dà sensazioni diverse, ti dà certezze in più e non ti mette dubbi particolari. Sotto il profilo del lavoro non c’è stata nessuna differenza, i ragazzi non hanno mai calato di concentrazione, così come successo in passato. Adesso spero che possiamo crescere come squadra. Le individualità nel calcio non ti portano da nessuna parte ma dobbiamo essere squadra: i giocatori devono imparare a muoversi in relazione ai reparti, ai compagni, agli avversari e alle idee dell’allenatore”.
“Sfida tra due allenatori più pacati? – ha poi detto – Urlare può servire, ma è difficile fare correzioni in uno stadio dove c’è grande confusione e tante volte sgolarsi in campo è inutile e non arriva ai calciatori quanto vorremmo dire. Il mio approccio è quello di evitare, perché preferisco farlo direttamente. In passato mi ero in qualche modo battuto per avere un minuto per comunicar con la squadra prima dell’intervallo. In altri sport viene fatto e credo che ciò potrebbe beneficiare anche alla gara ed aiutare il bel gioco”.
“Concludo con un pensiero per Lorenzo Polvani – ha terminato Andreazzoli -, per un ragazzo splendido, con una disponibilità enorme che ho avuto modo di conoscere la passata stagione. Gli faccio un grandissimo augurio e ribadisco i complimenti per il comportamento che ha sempre tenuto”.

Ascolta le parole del tecnico azzurro su Empoli Football Channel.