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Il tecnico azzurro Aurelio Andreazzoli ha parlato alla vigilia della sfida di Coppa Italia Frecciarossa contro l’Hellas Verona; ascolta le sue parole su Empoli Football Channel.

“Per noi quella di domani è un’opportunità – ha dichiarato il tecnico azzurro -, dobbiamo giocare una gara e andremo in campo per vincerla, come facciamo sempre. Questa è una partita molto importante in cui vogliamo andarci a confrontare; l’affronteremo con grande partecipazione per tanti motivi. Il format della Coppa? Personalmente non lo gradisco molto, mi piace quello inglese e non mi sembra paritario tra le partecipanti perché preferirei si iniziasse e si finisse tutti insieme, senza nessuno che aspetti da fuori che le altri giocano prima di entrare in scena”.

“Il Verona? Non so quali saranno gli interpreti in campo, nell’atteggiamento me l’aspetto tale e quale all’ultima sfida. È il loro modo di giocare, ci baseremo anche sulle precedenti esperienze, tenendo ferma la nostra linea che seguiamo da tempo. Formazione? Useremo lo stesso metro che abbiamo usato fino a oggi, come a Napoli, con l’Udinese o nelle gare precedenti. Lo faremo portando rispetto all’impegno che i ragazzi mettono sempre ma anche tenendo conto della loro salute: abbiamo a disposizione venticinque giocatori di movimento e vogliamo dare a tutti l’opportunità di esprimersi e allo stesso tempo di tirare il fiato a chi ha fatto più fatica nelle ultime gare”.

“Saremmo sordi – ha concluso – se non ascoltassimo i commenti o se facessimo finta di non vederli e siamo contenti. Siamo contenti del lavoro che facciamo e del risultato che ci dà; quando ci metti tanto impegno e fatica, parlando dei calciatori, se ottieni i risultati è chiaro che sei nella condizione ideale per incentivarli e coltivarli ancora di più, oltre che essere gratificato per quanto fatto. Però poi tutto finisce lì perché domani abbiamo una partita e stiamo lavorando su quella: godiamo di quello che è stato ma il discorso finisce lì e la nostra testa è rivolta a domani. Se mi sto togliendo qualche sassolino dalla scarpa? No, assolutamente; sono soddisfatto del lavoro fatto nel passato e anche del periodo passato a casa. Prendo le situazioni così come vengono, cercando di dare confermo a ciò che penso e che proponiamo. Sassolini no, a me questo mondo ha fatto sempre del bene: in giardino ho due palloni, uno giallo e uno bianco della stagione attuale, e li tengo lì per la possibilità che mi viene data di fare il lavoro che mi piace e star bene anche economicamente. Talvolta ci dimentichiamo di come siamo e incontriamo le persone che veramente vorrebbero togliersi i sassolini delle scarpe e non possono farlo: mi ritengo fortunato, non ho rivalsa nei confronti di nessuno e anzi, ringrazio tutti quelli che ho trovato nel mio percorso, perché mi hanno dato la possibilità di imparare, crescere, misurarmi, guadagnare, far star bene la mia famiglia e non posso che essere riconoscente a tutti loro”.