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In attesa della ripresa del campionato, l’Amministratore Delegato azzurro Francesco Ghelfi ha fatto il punto sulla situazione economica dell’Empoli e del mondo del calcio in questo non semplice momento nell’edizione locale de Il Tirreno.

“Si va avanti. Ma è difficile dire per quanto – ha dichiarato Ghelfi -. La situazione, in generale, è quella che è. Capisco che dall’esterno il mondo del calcio sembri fatto solo di luci e lustrini, ma non è così. È un periodo complicato. Come d’altra parte lo è per tutti. Stanno diminuendo drasticamente le entrate e aumentando le uscite. Quindi i conti non tornano. Per quanto riguarda le entrate non si tratta solo dei biglietti o degli abbonamenti invenduti, ma anche delle sponsorizzazioni all’interno dell’impianto. E quindi l’impatto non è poca cosa: tra incassi e sponsorizzazioni sono all’incirca 2 milioni di euro. Chiaramente noi siamo una realtà piccola e i nostri numeri sono piccoli ma i mancati introiti di una realtà come la Juventus o all’Inter, ovviamente, sono impressionanti”

“A cosa è legato l’aumento dei costi? – ha proseguito l’Amministratore Delegato azzurro – Ai tamponi, alle sanificazioni, a tutte le procedure da seguire, e che ovviamente seguiamo scrupolosamente, secondo i protocolli stabiliti della Figc e dal Comitato tecnico scientifico Un tampone ci costa 60 euro. Ma ne facciamo due volte a settimana per 50 persone solo legate al “gruppo prima squadra” tra giocatori, staff, e tutte le persone a contatto con loro. Poi ci sono quelli della formazione femminile, della Primavera, e quelli rapidi di controllo, che costano circa 20 euro, che aggiungiamo noi periodicamente per essere più sicuri o che abbiamo fatto, ad esempio, dopo i casi emersi prima della partita di Coppa a Benevento. Per la sola prima squadra siamo sui 24.000 euro al mese e, alla fine della fiera, stimiamo un spesa complessiva che sarà di 1 milione circa. Due di mancate entrate, uno di ulteriori uscite: il totale è di 3 milioni in meno”».

“L’Empoli è in pari con le scadenze, stipendi e contributi – ha concluso -. Non stiamo neanche più ratificando per non trovarci, poi, con troppi conti da pagare tutti assieme. Ci riusciamo attingendo al nostro tesoretto, quello costruito principalmente con le cessioni dell’estate 2019 (per 57 milioni, ndr), ma è un discorso che non vale per tutti e che neanche noi possiamo e vogliamo portare avanti a lungo. Anche perché la crisi innescata dal Covid ha portato anche una decisa contrazione del mercato. Possibili soluzioni? Per il calcio, in generale, serve senza dubbio un aiuto delle istituzioni. Se dobbiamo andare avanti Figc e Governo devono metterci nelle condizioni di farlo. Con meno incassi e più spese, è chiaro, non si può continuare. E c’è già chi non ce la fa più o fa fatica. Spostare le rate dei pagamenti non basta. Poi servirebbe un discorso serio sugli stipendi. Che vanno ridotti, ma non possono essere i club a fare accordi separati. C’è bisogno di un tavolo con tutte le parti per una linea che valga per tutti”.