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Questa mattina nell’Auditorium Computer Gross è stato presentato il nuovo tecnico azzurro Alessio Dionisi. Queste le parole del presidente Fabrizio Corsi.

“La scelta di Dionisi – ha detto – è rivolta verso un tecnico giovane, considerato tra i più bravi tra quelli che possono avere prospettive importanti, e speriamo ad Empoli di potergli far dare il meglio di sé, ripensando ad una tradizione che ci ha visto spesso mettere gli allenatori nelle migliori condizioni per lavorare bene. Abbiamo le idee chiare e adesso dobbiamo metterci del nostro: siamo in ripartenza, non sappiamo ancora quale sarà il gruppo fra un paio di settimane, ma siamo contenti della scelta del nuovo tecnico e siamo certi di quello che saprà darci”.

“Per quella che è la mia esperienza – ha proseguito – è normale guardarsi indietro pensando a quello che è stato. Ripartiamo dopo una stagione che non ha confermato le attese della vigilia, consapevoli che potevamo far meglio e delle critiche abbiamo ricevuto e che andrebbero addossate maggiormente verso la mia persona perché spetta a me l’ultima parola. Gli errori dell’ultima stagione non hanno nomi e cognomi perché sarebbe forse ingeneroso e non corretto. Se a gennaio abbiamo rifatto la squadra, abbiamo cambiato tre allenatori, abbiamo fatto indubbiamente degli errori, anche se dobbiamo tener sempre ben presente che non è facile indovinare sempre tutto”.

“Nella mia testa – ha concluso – la cosa che forse mi preoccupa sta nel fatto che siamo una bella realtà, tranquilla, serena, super organizzato con strutture importanti. Ma tutto questo se da una parte è un vantaggio per valorizzare i giovani, potendoli aspettare finché non emergono, allo stesso tempo non vorrei che portasse ad una situazione fosse troppo ovattata. Sta a tutti noi trovare una soluzione, dall’allenatore nella gestione della settimana e della mentalità della squadra, così come a noi dirigenti dare di più. E di questo aspetto dobbiamo terne conto anche nella costruzione della squadra: è fondamentale che Empoli sia un punto di partenza e non di arrivo, un’opportunità di crescita per tutti, per i più giovani, per chi arriva da sotto ma anche per i più esperti come ci dimostrano alcuni esempi recenti. L’obiettivo? Giocare a calcio, valorizzare i giovani che abbiamo a disposizione e stare dalla parte sinistra della classifica”.