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Un anno solare che si chiude, una prima parte di stagione alle spalle e la ripresa del campionato ormai imminente: il presidente azzurro Fabrizio Corsi ha tracciato un bilancio del 2022 a l’edizione locale de La Nazione.

“È stato indubbiamente un 2022 molto positivo, su questo non ci sono dubbi – commenta il Presidente azzurro -. Non voglio tracciare una linea, quello che abbiamo fatto non ci deve accontentare. Ma se guardo un po’più avanti, vedo il settore giovanile e mi accorgo che dai 2007 ai 2010 abbiamo un patrimonio di calciatori importante. Ci sono almeno dieci o dodici ragazzi che possono diventare i prossimi Baldanzi, Viti o Fazzini. Giocatori con tutte le carte in regola per arrivare in A, sono un patrimonio. Viti e Asllani tra i migliori secondo il Cies? Sono per noi un orgoglio, perché li seguo da quando hanno 10 anni e mi sento partecipe del loro percorso. Il rammarico è quello di non avere la forza per trattenerli un po’di più, ma siamo l’Empoli e dobbiamo rispettare certi parametri”.
“Il cambio di allenatore in estate? – ha aggiunto – Nel girone di ritorno abbiamo colto dei segnali negativi che temevamo si potessero ripercuotere nella stagione successiva. Ci sono degli aspetti su cui volevamo migliorare e lo abbiamo fatto, anche se poi ogni stagione ha storia a sé e i giocatori sono diversi. Non è giusto fare comparazioni, ma occorre vedere nell’attualità quello che si può migliorare. Questo vale per tutti. Stadio? Siamo alla ricerca come nel primo progetto di un socio, anche se adesso ce ne vorrebbero due. Stiamo lavorando per trovare una soluzione, ma veniamo da annate difficili e non voglio fare il passo più lungo della gamba. Tuttavia mi rendo conto che nei confronti dello stadio serve un’accelerata: viviamo una situazione che dal punto di vista dello stadio è quasi intollerabile”.
“Cosa chiedo al 2023? – ha concluso – Mi accontenterei se fosse anche solo un pochino peggio di questo 2022. Il mio unico rammarico, se così si può dire è che l’ambiente sembra coglierlo con troppa normalità. E questo deve farci riflettere. Noi vogliamo dare sempre più importanza alla Serie A, ma pensare anche che non sia scontato. Ci sono tante realtà più grandi della nostra che risultati di questo genere non li ottengono. Ai tifosi più anziani, quelli che hanno qualche capello bianco, suggerirei di trasmettere ai giovani che si sono avvicinati all’Empoli negli ultimi vent’anni che la nostra squadra viene da realtà molto più dure e amare. Evidenziare il percorso che abbiamo fatto è doveroso”.