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Questa mattina nella sala hospitality dello Stadio Carlo Castellani Computer Gross Arena di Empoli sono stati presentati il nuovo Direttore Sportivo Roberto Gemmi e il nuovo tecnico Roberto D’Aversa.

“Ringrazio Fabrizio e Rebecca Corsi e il direttore Gemmi perché mi hanno affidato un Club importante come l’Empoli – ha dichiarato il nuovo tecnico azzurro Roberto D’Aversa -. Non era semplice fare la scelta su di me. Ringrazio anche Stefano Calistri che ritrovo dopo tanti anni dopo essere stato mio dirigente a Prato. Per quanto riguarda il modulo più che i numeri conta l’interpretazione, una squadra deve avere il piano A e il piano B. In campo ai ragazzi chiedo la volontà di mettere in difficoltà l’avversario e di essere propositivi. Per il modulo devo lavorare con i ragazzi per dare un giudizio definitivo. Ma ripeto conta l’interpretazione più del sistema di gioco. Se devo farmi perdonare qualcosa del passato? Non mi piace guardare il passato. Ho pagato le conseguenze per quel brutto gesto con un esonero e una squalifica: mi scuso nuovamente perché ho dato un’immagine di me stesso che non mi appartiene. Vorrei che si parlasse di Roberto D’Aversa per i meriti e per quello che si fa in campo. Darò il 200% per raggiungere l’obiettivo e valorizzare i giovani, il contesto lo conosco. Sono grato di poter continuare ad allenare in Serie A”.

“Impatto con Empoli? Ho già trovato casa… E’ stato molto positivo. Abbiamo cominciato oggi con gli allenamenti, siamo dediti solo al lavoro. Sul mercato abbiamo le idee molto chiare, a me piace lavorare con il materiale che la società mi mette a disposizione, il direttore sa di cosa ha bisogno la squadra. Il calendario? Vogliamo dare subito una gioia ai nostri tifosi, proveremo a partire forte ma servirà equilibro nell’affrontare i diversi momenti della stagione. L’ambiente ha questo equilibrio grazie al presidente. Cosa mi ha spinto a scegliere Empoli? Lavorare con i giovani in modo sostenibile. Ho dimostrato di voler lavorare con i giovani. E’ gratificante, oltre all’obiettivo, vedere che i ragazzi possono ambire a grandi club. Se un giovane è forte e merita di giocare non ci sono preclusioni”.

“Che campionato mi attendo? La Serie A è sempre difficile, considerando anche le neopromosse che hanno potenziale economico. Noi dovremo colmare il gap con lavoro e idee, siamo qui con entusiasmo e con il sorriso perché facciamo un lavoro e uno sport che ci piace. Cosa chiedo ai miei calciatori? Attaccamento alla maglia, sacrificio, ragionare sul noi e non sull’io. Avere un obbiettivo personale ma è l’unione d’intenti che ti porta al raggiungimento dell’obiettivo. Il tipo di attaccante che mi piace? Che faccia gol… Poi chiaramente nel calcio moderno gli attaccanti devono essere completi. Dobbiamo ragionare più sui reparti che sul singolo”.