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Si è chiusa lunedì la sessione estiva di calciomercato e il direttore sportivo azzurro ha fatto il punto della situazione.

“Di sicuro – dice Accardi – questo è stato un mercato anomalo per tutti, soprattutto per la situazione che stiamo vivendo, con il coronavirus che ha accorciato i tempi e ridotto le disponibilità economiche di tutti. Sono girati pochi soldi, è stata più che altro una questione di rapporti e creatività. Per quanto riguarda il nostro operato siamo molto soddisfatti, in primis perchè abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati alla vigilia. Non c’erano delle prime scelte, abbiamo capito chi poteva essere funzionale al gioco dell’allenatore e da lì siamo andati su quei profili che a nostro avviso sarebbero stati integrativi della nostra squadra. Alla fine le idee che abbiamo avuto sono quelle che si sono trasformate in acquisti che oggi sono a disposizione dell’allenatore. I grandi investimenti li avevamo già fatti lo scorso anno, sia in estate che in inverno, e siamo tutt’ora convinti che quelle operazioni siano per noi importanti; volevamo partire da una base solida a cui aggiungere giocatori che puntellassero la rosa. E così è stato perché crediamo nella bontà della rosa, siamo sempre stati convinti che i giocatori che avevamo fossero validi e ci siamo mossi, in sinergia col mister, per inserire in rosa quei calciatori là dove ci potevano essere delle mancanze. In uscita? Abbiamo respinto delle richieste, nelle ultime sessioni di mercato abbiamo venduto bene e oggi l’Empoli ha la fortuna di avere una posizione molto solida e non c’era esigenza di farlo. Ricci? Lo abbiamo trattenuto perché crediamo che possa crescere ulteriormente; su di lui riponiamo grande fiducia ed il nostro intento era quello di venderlo solo di fronte ad un qualcosa di irrinunciabile”.

“Soddisfatto?  – prosegue il direttore sportivo azzurro – Credo che l’Empoli abbia colto le opportunità che doveva cogliere. C’è stata un ricerca dettagliata e calibrata sul calcio che ha in mente il tecnico ma anche sui valori del gruppo. Abbiamo seguito quelle linee guida che ci eravamo dati e che avevamo già annunciato in occasione della presentazione dell’allenatore ovvero dare un seguito agli investimenti fatti lo scorso gennaio. In una situazione del genere, però, l’investimento più importante lo abbiamo fatto su un ragazzo del 2000, Parisi, e questo la dice lunga. È stata la trattativa più difficile di questo mercato? Da parte nostra non c’erano frizioni con l’Avellino, a volte ci sono degli imprevisti e i tempi tecnici si allungano. La cosa importante è che il ragazzo sia venuto da noi per crescere. Penso che la più difficile sia stata quella per Cambiaso. A un certo punto è spuntata fuori tanta concorrenza, anche importante, ma il ragazzo ha scelto noi. E ci ha fatto molto piacere. Henderson? Liam qui ha fatto buone cose ed era uno di quelli, ma posso dire senza dubbio che Haas era ed è una prima scelta. Empoli con tanti giovani e il ritorno dei prodotti del vivaio? È un motivo di orgoglio. Ed anche il frutto del lavoro che questi ragazzi hanno fatto nel nostro settore giovanile e nel percorso con i prestiti. Anche per questo, alla fine, abbiamo pensato che fosse giusto mandare Merola, Piscopo e Fantacci a giocare piuttosto che sacrificarli qui per qualche spicciolo di partita”.

“Abbiamo giocatori di valore – ha aggiunto Accardi -, un gruppo importante e un allenatore giusto per loro. Per noi è un valore aggiunto, siamo convinti che possa tirare fuori il meglio da un gruppo professionalmente valido. Lo abbiamo scelto e voluto con logica e quello che stiamo vedendo ci piace; ha qualità e ha lo spirito da Empoli. Siamo soddisfatti di quello che ha fatto finora e fiduciosi per il futuro perchè abbiamo visto un’identità di squadra che ci è piaciuta. La B la conosciamo e non dobbiamo esaltarci. Obiettivi? Quest’anno è una B nella quale il livello si è alzato, con tanti giocatori che hanno militato nella categoria superiore. Ci sono squadre attrezzate e credo che sia il campionato più difficile degli ultimi 10 anni. Possiamo fare meglio rispetto allo scorso campionato, dove le responsabilità erano di tutti, me compreso, e dove abbiamo sbagliato nel dare per scontato che da retrocessi si dovesse vincere il campionato senza problemi. Abbiamo fatto degli investimenti perché ci volevamo provare ma le cose sono andate diversamente e adesso dobbiamo andare avanti, senza voltarsi indietro o rimuginare su quello che è stato. Oggi siamo concentrati sul presente per costruire il futuro, ed il futuro lo vediamo con una squadra competitiva, con un allenatore bravo e con grande voglia di crescere. In ognuno di noi ci deve essere sempre un sogno che va alimentato con il lavoro e la voglia di migliorarsi. Ecco, l’obiettivo è e deve essere questo: migliorarsi”.

“Il calcio senza pubblico – ha concluso il direttore sportivo azzurro -, senza tifosi, senza quel clima, non è calcio. Noi dobbiamo ottemperare al nostro dovere ma i tifosi mancano e loro sono imprescindibili con la loro passione ed il loro amore. Cosa hanno detto le prime due giornate di campionato? Che l’Empoli ha un’identità. E non era né scontato né facile visti i tempi ristretti. Ovviamente la squadra ha ampi margini di crescita e questo è un bene. Ma non significa che debba vincere tutte le partite. Questa è la Serie B più difficile degli ultimi 10 anni con le 3 retrocesse, le 3 retrocesse di 2 anni fa e 3 neopromosse solide e ambiziose”.