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Una famiglia da aiutare, una mamma e un bimbo da ospitare e tener lontano dalla guerra. Guglielmo Vicario ha raccontato alla stampa la storia di Hanna e Milan, fuggiti dall’Ucraina e accolti a Udine dal portiere azzurro e dalla sua famiglia

“Attraverso alcuni contatti di mia madre – ha raccontato il portiere azzurro – abbiamo saputo che un’azienda con sede a Udine e filiale in Ucraina avevano preso in affidamento le famiglie dei loro dipendenti e stavano cercando destinazioni per ospitare le persone. Ci siamo resi disponibili ad ospitare e accogliere una famiglia a casa, i miei genitori erano contenti di poter dare una mano e ci abbiamo messo un secondo a decidere, anzi non è stata nemmeno una decisione perché sarebbe stata una gran cosa riuscire a dare una piccola mano a persone che stanno vivendo questo dramma. È venuto tutto in modo spontaneo, lunedì Hanna e Milan sono arrivati a Udine e, complice la sosta del campionato, ero a casa e sono riuscito anch’io a stare un po’con loro. Comunicare non è stato subito semplice, loro parlano solo l’ucraino e abbiamo provato ad interagire con il traduttore, cercando di sciogliere il ghiaccio col passar del tempo, apprezzando fin da subito la loro grande educazione. Il primo approccio? Toccante. È difficile, almeno inizialmente, rapportarsi con una donna che è costretta a stare lontana dal marito e con un bambino che a 11 anni è perfettamente consapevole del motivo per il quale non si trova vicino al padre o nella sua terra. Provi a immedesimarti, ma non ci riesci davvero. La guerra ti entra dentro e se non l’hai vissuta non la puoi capire. Però Milan è stato così bravo da non trasmetterci le sue sensazioni di paura o disagio. Anzi, ha trasmesso positività e forza. È un bambino educato, gentile e continua a seguire la scuola attraverso la didattica a distanza. Il padre? Ci abbiamo parlato in videochiamata e ha detto che è in attesa di comunicazioni dal governo ucraino. È a Dnipro, una città relativamente tranquilla, ma a 200 km da lì la città di Mariupol è stata rasa al suolo. Mi auguro che possa trovare un po’di sollievo sapendo che la sua famiglia è al sicuro e speriamo che possa raggiungere presto Milan e Hanna”.

“Quando è venuto fuori il mio lavoro – ha aggiunto -, Milan è rimasto a bocca aperta ed è davvero impazzito quando ha saputo che giocavo in Serie A. La mamma mi ha spiegato che era imbarazzato perché non aveva mai visto un calciatore, allora gli ho mostrato alcuni video delle mie partite e poi gli ho regalato la mia maglietta. Aveva gli occhi lucidi, l’ha indossata subito. Anche lui vorrebbe giocare, in Ucraina non è riuscito perché non aveva una struttura vicina, e adesso gli ho promesso che cercherò una scuola calcio in zona per farlo divertire. Portarlo allo stadio? Il 16 aprile si giocherà Udinese-Empoli: quel giorno lui sarà in tribuna”.

“Hanna e Milan – ha concluso – abitano nella parte della casa che prima era riservata a mia nonna. Qua possono star tranquilli, hanno la loro privacy, ma per qualunque esigenza, anche solo per fare due chiacchiere e vedere degli sguardi amici, oltre che per i pasti, ci sono i miei genitori. E anche io, appena posso. Cercherò di far crescere Milan al meglio: è stato il mio pensiero ricorrente durante il viaggio da Udine a Empoli lunedì dopo cena. Abbiamo una differenza di età non eccessiva, il mio desiderio è costruire con lui un rapporto molto intenso. Voglio fargli sentire il mio affetto. Adesso sono entrati a far parte della famiglia e cercheremo di farli integrare al meglio sotto tutti i punti di vista, a partire dalla lingua e poi tutto il resto, perché credo che vivranno con noi per un periodo abbastanza lungo; abbiamo già contattato persone che pensano a ciò e in questo periodo saranno nostri ospiti. Non ci abbiamo pensato due volte a fare questa scelta, fare la nostra parte e un qualcosa che per qualcuno può essere molto in un periodo della loro vita sicuramente non semplice”.