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Il presidente azzurro Fabrizio Corsi personaggio empolese del decennio che è prossimo a concludersi. Lo ha scelto Il Tirreno, facendo ricadere la scelta su di lui per aver portato Empoli alla ribalta in Italia e non solo, oltre ad aver fatto parlare, discutere, emozionare, piangere e sorridere.

“Non mi sento dell’umore adatto per celebrare quello che è stato – ha raccontato il presidente azzurro Fabrizio Corsi proprio a Il Tirreno -, tutte le cose belle accadute negli ultimi 10 anni. Se mi guardo indietro mi accorgo che sono state tante, è vero, ma il presente è diverso e l’importante ora è costruire il futuro. Pensare ai momenti del passato, questo sì, può servire a trovare le energie per riuscirci nel modo migliore. Lo scorso maggio siamo retrocessi tra gli applausi, dei nostri tifosi, e gli apprezzamenti di tutta Italia. È stata, probabilmente, la squadra più forte della storia dell’Empoli, basta vedere dove giocano oggi quei calciatori. Questa caduta ci ha costretto a rinnovare profondamente e il rinnovamento non sta pagando. Eravamo convinti di poter vivere una stagione diversa. Ma il calcio è una strana bestia Quasi 30 anni di presidenza (è in sella dal 1991, ndr) mi hanno insegnato che anche nei periodi migliori bisogna prepararsi al peggio, a quelli come stiamo vivendo adesso”

“Sono stati 10 anni di azzurro intenso – prosegue Corsi-. Soprattutto perché abbiamo avuto la fortuna, e il merito, di incrociare tante persone appassionate e competenti che ci hanno accompagnato in questo percorso. In prima pagina ci finiscono giocatori o allenatori, ma io penso anche alla gente che lavora dietro le quinte, ogni giorno, e che è importante quanto chi scende in campo. E penso soprattutto a chi in questi anni ci ha lasciato come Silvio Nacci, Renato Fiorini, il Raro o mio fratello Giacomo. Tutte persone che, moralmente e non solo, mi hanno dato tanto, tantissimo”.

“Il primo ricordo di questi ultimi dieci anni?  – aggiunge il numero uno azzurro – Empoli-Vicenza 3-2 (il pazzesco playout del giugno 2012, ndr). È stato sicuramente un momento terribile per quello che abbiamo rischiato. E anche se poi il Vicenza venne ripescato, cosa che sarebbe successa anche a noi, quella partita è una sorta di Italia-Germania 4-3 per ogni empolese, la partita del secolo. Altre partite che mi tornano in mente? Molte. Il derby vinto in casa con la Fiorentina dopo 30 anni (2-0 nell’aprile del 2016, ndr), i successi a San Siro, la trionfale cavalcata in Serie B con Aurelio Andreazzoli, altro allenatore che da noi ha lasciato il segno, nel 2018. Sono tante, forse anche troppe perché ora magari per il nostro ambiente è difficile accettare una situazione come quella di oggi. Ci stiamo avvicinando a un mercato in cui sicuramente faremo alcuni acquisti, ma quello che vorrei comprare davvero è l’entusiasmo che ci sono a Pisa o a Pordenone”.

“Sarri?  – dice poi Corsi, introducendo il discorso sugli allenatori – Ricordo ancora quando Marcello Carli (allora dg azzurro, ndr) mi disse: “Parlaci, ti piacerà”. Aveva ragione. Maurizio mi piacque subito e mi piace ancora. Con lui abbiamo vissuto tre stagioni incredibili con un grande calcio, una finale playoff persa, una promozione e una salvezza. Poi le strade si sono divise, ma tra noi c’è sempre un rapporto speciale. A livello umano. Vederlo oggi alla Juventus mi rende fiero. Sì, sono orgoglioso di vedere lui e Giovanni Martusciello seduti accanto sulla panchina della Juve, a guidare campioni come Cristiano Ronaldo. Martusciello? La retrocessione del 2018 fu una ferita, è vero. Ma la verità è che la squadra non era granché e che dilapidammo un cospicuo vantaggio più per colpe nostre, della società, che sue. E poi Giovanni è sempre molto legato all’Empoli. Proprio come l’Empoli è legato a lui. Giampaolo? Altra persona che seguo sempre con grande affetto. Mi è dispiaciuto che al Milan non sia andata bene, ma non credo che si possa imputare qualcosa al mister. È un ottimo allenatore e un grande uomo. E vi garantisco che anche lui si sente sempre molto vicino all’Empoli”.

Tecnici importanti, ma gli ultimi dieci anni sono stati attraversati anche da dirigenti importanti. “Sì – aggiunge Corsi -. Con Pino Vitale prima, Marcello Carli poi e Pietro Accardi ora, c’è un rapporto molto solido, che va al di là dell’aspetto professionale. In comune, nelle tre esperienze, c’è la voglia di confrontarsi sempre e di non rinfacciarsi mai niente”.

“Come vedo i prossimi dieci anni? – conclude il presidente – Per come sto oggi non saprei. Mi sembrano lunghi e impegnativi. Magari, nei prossimi, salterà fuori una soluzione migliore per l’Empoli. Stadio? Speriamo. C’è stato uno stop non dovuto alla nostra volontà (i problemi della Pessina Costruzioni, ndr) e ora stiamo cercando nuove soluzioni. Qualcosa ci è stato prospettato anche negli ultimi giorni. Vedremo”.