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Domenica 12 febbraio 2006 è in programma la 25° giornata del campionato di serie A 2005 – '06 e l'Empoli riceve il Palermo. Da quattro turni, Cagni sostituisce Somma sulla panchina azzurra, e quattro giorni prima, nell'appuntamento infrasettimanale, ha anche riconquistato i tre punti (2 – 1 a Lecce) che mancavano, addirittura, da tre mesi. Lecce che, insieme al Treviso, appare ormai con un piede in mezzo in serie B, contro cui combattono otto squadre, racchiuse nel giro di quattro lunghezze. I toscani, pur terz'ultimi e reduci, prima della trasferta in Salento, da una serie terribile di tre pareggi e ben dieci sconfitte, grazie ad una graduatoria molto corta, non possono e non devono abbandonare le speranze. Cagni, privo degli squalificati Tosto e Moro e prudente nel lasciare in panchina un Almiron a mezzo servizio, costruisce un 4-4-2 standard con Cejas tra i pali, Lucchini, Coda, Vanigli ed Ascoli in difesa, Buscè, Zanetti, Ficini e Vannucchi a centrocampo, Pozzi e Tavano in attacco. Un Palermo tranquillo al decimo posto in classifica e qualificato ai sedicesimi di finale di Coppa UEFA dopo aver vinto il proprio girone, non ha accontentato il palato sopraffino del presidente Zamparini. Anzi, tutt'altro: i sei goal subiti tra Inter e Siena in due giornate consecutive sono andati di traverso al patron rosanero, risvegliandogli l'istinto di "mangia allenatori". A farne le spese, Del Neri, cacciato per far posto a Papadopulo, ben presentatosi con un pareggio ed una vittoria. Contro l'Empoli, il neo allenatore toscano cerca, dunque, il tris di risultati utili consecutivi dovendo, però, rinunciare a Mutarelli, fermato dal giudice sportivo, ed all'acciaccato Corini, lasciato precauzionalmente a casa in vista dell'importante trasferta di Coppa UEFA contro lo Slavia, in programma quattro giorni dopo. In campo, dunque, un albero di Natale addobbato da Andujar tra i pali, Zaccardo, Biava, Barzagli e Grosso nella retroguardia, Barone, Codrea e Tedesco in mediana, Gonzalez e Di Michele a supporto dell'unica punta, Caracciolo. La prima sfida nel massimo campionato italiano tra due portieri argentini vede subito protagonista Cejas, abile, dopo sei minuti, a deviare un insidioso diagonale di Caracciolo. Poco dopo, Di Michele tenta la prodezza dalla linea di fondo ed il suo tiro si perde di pochissimo a lato sul palo opposto. Sull'altro fronte, al 10', Biava non si intende con Zaccardo, Pozzi ne approfitta, subentra Zanetti ed il tiro del centrocampista azzurro viene deviato in angolo, su cui Biava, successivamente, rischia l'autorete. Grande compattezza sia da una parte che dall'altra, ma per l'estetica meglio andare a lezione dal Prof. Zecchi. Ritmi blandi e poca voglia di rischiare, soprattutto da parte del Palermo, rappresentano ottimi incentivi allo sbadiglio. Tuttavia, sul finale di tempo, ci pensa Biava, con un'altra topica, a svegliare il "Castellani" dal torpore pomeridiano, lanciando a rete Tavano, fermato in due tempi da Andujar. Due le novità di inizio secondo tempo: Raggi per Lucchini tra i toscani, Brienza al posto di Gonzalez per i siciliani. Cagni chiede più spinta sulla fascia destra, Papadopulo cerca più qualità sulla tre quarti, ma è ancora una volta Biava a spiazzare i propri compagni, facendosi ubriacare da Tavano, su cui è provvidenziale Andujar, strepitoso poi a dire di no al tap – in di Pozzi e salvato da Grosso, che spazza via il terzo tentativo, in pallonetto, di Vannucchi. Gli azzurri danno una vaga impressione di voler fare la partita che, nella ripresa, quanto meno, raggiunge il livello della decenza. Le Aquile rosanero, invece, si intestardiscono nel provare a spiccare il volo sempre per vie centrali, finendo col restare imprigionate nella fitta rete tesa a centrocampo dalla squadra di Cagni, che aumenta il pressing. Al 19', su punizione di Vannucchi, svetta di testa Pozzi, che manda alto. Il duello tra "guardameti argentini" rimane sempre avvincente e lo conferma, al 22', Cejas, che ferma in angolo Barone, dopo aver ben triangolato con Caracciolo. Riganò, subentrato a Pozzi, ha subito l'occasione per diventare "man of the match" approfittando di una conclusione sballata di Tavano, ma calcia clamorosamente alto. Più che contro il Palermo, l'Empoli sembra giocare contro se stesso e la paura di vincere, sensazione che si acutizza quando, intorno alla mezz'ora, la squadra di Cagni guadagna la superiorità numerica in seguito all'espulsione di Codrea per doppia ammonizione e si vede sbarrare la strada di nuovo da un super Andujar, miracoloso su una punizione di Lodi, sostituto di Ascoli, in un modulo ancora più offensivo. Ma, ad un minuto dalla fine, Grosso calcia una punizione da centrocampo, Caracciolo segna di testa e l'arbitro Farina, richiamato dall'assistente Foschetti, annulla per una spinta su Coda, apparsa, però, ai più, inesistente. Il "Castellani" si prende un bello spavento, ma poi sprofonda per davvero nello sconforto, quando le Aquile rosanero beccano la retroguardia empolese ancora una volta impreparata nel secondo dei tre minuti di recupero: azione fotocopia della precedente (punizione lunga di Grosso dalla metà campo), che aggrava le responsabilità azzurre, stacco di testa vincente di Barzagli e terz'ultimo posto tristemente consolidato… Federico Ferretti