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Domenica 17 gennaio 1999 è in programma la 17° giornata del campionato di serie A 1998 – '99 e l'Empoli fa rotta su Udine. Il nuovo anno ha riportato un minimo di sorriso in casa azzurra, grazie al buon pareggio al Castellani imposto al Milan sette giorni prima (1 – 1). Un sorriso offuscato dalla pronuncia della Commissione d'Appello Federale (CAF) della FIGC, che ha confermato i due punti di penalizzazione inflitti ai toscani per un presunto illecito sportivo relativo alla gara contro la Sampdoria giocata ad ottobre. Senza questa zavorra, la squadra di Sandreani, terz'ultima, sarebbe a due lunghezze dal quint'ultimo posto che significa salvezza. La vittoria le manca ormai dalla fine di novembre e, oggettivamente, parrebbe difficile poterla riabbracciare al Friuli contro un Udinese, ottava in graduatoria, reduce da due vittorie consecutive e che sembra destinata a completare con Guidolin il percorso di crescita iniziato la stagione precedente con Zaccheroni. Il diktat di Sandreani è chiaro: limitare i danni ad Udine, nonostante la conferma del modulo 3-4-3, per poi fare bottino pieno, tre giorni dopo, nella seconda trasferta del Nord – Est, in quel di Venezia, recupero dello scontro salvezza programmato in origine nel giorno dell'Epifania e sospeso per nebbia. In campo ecco, dunque, Sereni in porta, Fusco, Baldini e Bianconi in difesa, Binho Cribari, Pane, Morrone e Tonetto a centrocampo, Di Napoli, Carparelli e Martusciello in attacco. Baldini, "il colosso di Empoli", suggerisce a Guidolin di rinunciare al marchio di fabbrica della sua macchina da goal, ovvero il tridente pesante Amoroso, Sosa, Poggi. Il sacrificato è proprio il centravanti argentino, erede di Bierhoff (passato al Milan), in considerazione anche delle notevoli difficoltà incontrate dal fromboliere tedesco al cospetto del capitano azzurro nella gara della settimana precedente. Dunque, nel 3-4-1-2, ecco Locatelli tre quartista dietro alla coppia avanzata Amoroso – Poggi, una mediana che, orfana di Giannichedda ed Appiah, poggia su Genaux, Zanchi, Walem e Jorgensen e la solita retroguardia a tre formata da Gargo, Calori e Pierini a protezione del portiere Turci. Pertanto, per il tecnico friulano, meglio evitare scontri frontali passando dal centro dell'area di rigore e transitare sulle corsie esterne. Le intenzioni, su entrambi i fronti, sarebbero anche buone, se non che quella che dovrebbe essere una partite di calcio, vinta da chi segna di più, si trasforma ben presto in una gara a chi sbaglia di più. La prima occasione bianco nera la fallisce Locatelli, un grande classico a cui i tifosi friulani, loro malgrado, sembrano essersi abituati. Poi è Poggi ad emulare il compagno, prendendo in pieno Sereni dopo un bel contropiede impostato al 19'. L'Empoli, comunque, non si limita solo ed esclusivamente a subire e prova a rispondere colpo su colpo agli avversari grazie ad insidiose ripartenze. Su una di queste, splendida triangolazione chiusa da Martusciello con delizioso avvitamento in corsa e spettacolare rovesciata volante, su cui Turci è attento. Proprio l'Ischitano, tra gli azzurri più convincenti, è costretto al forfait per un problema alla spalla dopo quattro minuti del secondo tempo. Sandreani inserisce al suo posto Bisoli, un centrocampista centrale, passando ad un più coperto 3-5-2. L'Udinese, intanto, priva di un punto di riferimento in attacco, continua a volersi intestardire con i dribbling sugli esterni, ma Amoroso e Poggi finiscono spesso per litigare con il pallone, oltre che vittima di numerosi falli non fischiati dall'arbitro Tombolini. Proprio un intervento scomposto su Amoroso, apparso sanzionabile con il cartellino giallo, scatena le proteste friulane. Le già citate assenza di Giannichedda ed Appiah, in più, vedono Zanchi, un marcatore, adattato a giocare a centrocampo, ove mancano uomini capaci di dettare il passaggio corto. Guidolin, resosi conto di aver fallito scegliendo di lasciare Sosa in panchina, si decide a buttarlo nella contesa al posto di Poggi, ma è Carparelli a non voler essere da meno nella sagra dell'errore: al 15', su assist al bacio di Pane, a due metri dalla porta di Turci, la punta empolese appoggia dolcemente la sfera tra i guantoni del portiere bianco nero, che ringrazia per il gentilissimo omaggio. Così, mentre partono le prevedibili sportellate tra Sosa e Baldini, nel contesto delle topiche di giornata non può mancare la svista, netta, di Tombolini, che non punisce con il rigore un contatto in area tra Jorgensen e Fusco. Il resto sono azioni di rimessa potenzialmente pericolose, che gli uomini di Sandreani sprecano per scarsa convinzione nei propri mezzi, ed un'azione da rete fallita,, anch'essa clamorosamente da Calori, a tu per tu con Sereni. A ravvivare il post – partita, inevitabilmente chiusasi sullo 0 – 0, ci pensa il presidente dell'Udinese, Pozzo, che entra in sala stampa ed apre il fuoco su Tombolini, colpevole di aver danneggiato per la seconda volta in stagione la sua squadra (considerati anche i "torti" subiti contro la Lazio) e, a detta del patron, "da sospendere per sei mesi, stanti condizioni fisiche tali da impedirgli di arbitrare persino una sfida tra scapoli ed ammogliati". Del resto, Tombolini, di professione enologo, era già stato oggetto di battute del tipo "al Merlot preferisce il Chianti" da parte della tribuna del Friuli. Prima di sfollare ed andare a casa a smaltire una sbornia di errori..! Federico Ferretti