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Domenica 15 maggio 1988 si gioca la 30° ed ultima giornata del campionato di serie A 1987 – '88 e l'Empoli riceve il Pescara. L'esito del penultimo atto del torneo ha determinato come unico significato della gara del "Castellani" la compilazione di un ulteriore pagina da consegnare agli almanacchi, di contro fissando, in anticipo di 90 minuti, un destino diametralmente opposto per toscani ed abruzzesi in vista del 1988 – '89. Il goal dell'avellinese Di Mauro, subito dagli azzurri nella trasferta in Irpinia di sette giorni prima, ha definitivamente relegato la squadra di Salvemini all'ultimo posto, condannandola alla retrocessione, maturata anche per effetto della penalizzazione di cinque punti inflitta dalla giustizia sportiva per un presunto illecito sportivo relativo ad una partita contro la Triestina nel campionato cadetto 1985 – '86. Una vera e propria zavorra, senza la quale l'Empoli sarebbe stato ancora pienamente in corsa per la salvezza. Anche perché, in via del tutto eccezionale, solo per il torneo in corso, la retrocessione interessava solo le ultime due della graduatoria (una in meno rispetto al normale regolamento), per permettere la riforma dei campionati che, a partire dall'anno successivo, avrebbe portato la serie A da 16 a 18 squadre, aumentando anche da tre a quattro il numero di retrocessioni. Viceversa, il Delfino, pareggiando in casa 0 – 0 con l'Ascoli, grazie alla migliore classifica avulsa nei confronti dei marchigiani, oltre che dell'Avellino e del Pisa, per la prima volta nella sua storia, si è aggiudicato la permanenza nell'Olimpo del calcio per il secondo anno consecutivo. Pertanto, a Salvemini e co non rimane che chiudere i giochi in bellezza, confermando il "Castellani" fortezza difficile da espugnare, impresa fino a quel momento riuscita solo al Pisa. L'ultima battaglia di stagione è combattuta da Drago, Vertova, Pasciullo, Della Scala, Lucci, Gelain, Urbano, Cucchi, Ekstrom, Incocciati e Baldieri. Galeone, tecnico biancoazzurro, che, a differenza del suo capitano di lungo corso Junior, deve ancora sciogliere il nodo che lo libererà "nelle acque dell'Adriatico" anche per l'avvenire, presenta Zinetti, Ciarlantini, Camplone, Marchegiani, Junior, Ferretti, Pagano, Gasperini, Gaudenzi, Loseto e Berlinghieri. Complice la retrocessione già certificata ed il meteo incerto, il contatore di presenze del "Castellani" segna il minimo stagionale in termini di spettatori paganti, appena 2331. Prima del fischio di inizio, i pochi intimi presenti allo stadio osservano un doveroso minuto di raccoglimento per onorare la memoria del padre del presidente pescarese Scibilia, appena scomparso. Pescara inevitabilmente demotivato e deconcentrato, che subisce, dopo dieci minuti, il primo sussulto d'orgoglio azzurro: da Della Scala ad Urbano, che si allarga a destra, crossa dalla tre quarti e trova la testa vincente di Incocciati, che forse spinge leggermente Marchegiani, ma non per l'esordiente arbitro Quartuccio, che convalida la rete. Baldieri, uno dei migliori tra i toscani, impegna poco dopo Zinetti, autore di un buon salvataggio, ma, al 20', c'è anche il Delfino, che va vicino al pareggio sull'asse Marchegiani – Berlinghieri, prontamente spezzato da Drago. L'Empoli, però, ne ha sicuramente di più e, poco dopo la mezz'ora, raddoppia con un pregevole colpo di testa in tuffo di Ekstrom, smarcato da un traversone dalla sinistra di Incocciati e colpevolmente abbandonato da Camplone. Altri due minuti e l'imprendibile Baldieri viene fermato illecitamente in area da Marchegiani, inducendo Quartuccio a fischiare la massima punizione. Dal dischetto, Cucchi si conferma infallibile, centrando l'ottavo sigillo in campionato. Nella ripresa, dopo il doppio goal divorato da Baldieri nel giro di un minuto, Salvemini regala l'esordio in A a Pintauro, che rimpiazza tra i pali Drago. Proprio il dodicesimo azzurro, al 74', atterra in area in uscita Pagano, causando il secondo penalty di giornata, trasformato da Gasperini. Davvero difficile fare peggio del primo tempo per la squadra di Galeone, mentre l'Empoli sembra stanco… anche nel contrastare la fuga di Galvani, sostituto di Junior dal 68', che, a cinque minuti dal termine, infila il 3 – 2 dopo splendida azione personale in slalom. È l'ultima emozione del campionato, prima che la curva sud, sede allora dei fedelissimi azzurri, invada pacificamente il terreno del "Castellani" per ringraziare i giocatori dell'impegno profuso costantemente nell'arco di una stagione davvero sfortunata. Forse, quasi dimenticandosi che, senza il castigo dei meno cinque, battendo il Pescara, gli azzurri avrebbero chiuso a 25 punti in classifica, salvi addirittura al decimo posto, in compagnia di Verona e Como. Ma, meglio non pensarci, per non aumentare i rimpianti! Federico Ferretti