Domenica 3 gennaio 1988 è in programma la 13° giornata del campionato di serie A 1987 – '88 e l'Empoli è ospite del Verona. Gli azzurri si sono congedati dal 1987 con tre risultati utili consecutivi (una vittoria e due pareggi) e guardano con qualche speranza di salvezza in più al nuovo anno. La classifica, però, piange sempre, con i toscani in fondo al sacco, ma a sole due lunghezze dal terz'ultimo posto, che, stante la ristrutturazione dei campionati prevista per l'estate successiva (serie A portata da 16 a 18 squadre), significa, eccezionalmente, permanenza nel massimo campionato. Bisogna, però, non perdere il filo diretto con i punti, continuando sulla scia positiva delle ultime prestazioni anche a Verona. I giallo blu, però, sono in crisi, non vincono da tre giornate e subiscono la contestazione dei propri tifosi. Al pubblico veronese, infatti, che solo tre anni prima aveva festeggiato un esaltante quanto inaspettato scudetto, non piace affatto l'anonima posizione di centro classifica della squadra di Bagnoli. Proprio al tecnico dell'Hellas, forse l'artefice principale dell'eccezionale cavalcata del campionato 1984 – '85, vien chiesto di fare di più, valorizzando al meglio le qualità della rosa. Così, Bagnoli prova a dare una sterzata affidandosi a Giuliani, Bonetti, Volpati, Berthold, Fontolan, Soldà, Verza, Galia, Pacione, Iachini, Elkjaer. Salvemini, allenatore dell'Empoli, fronteggia Drago, Vertova, Pasciullo, Gelain, Lucci, Brambati, Urbano, Della Scala, Ekstrom, Cucchi ed Incocciati. Bel primo tempo degli azzurri, giocato almeno alla pari, se non meglio, dei padroni di casa, in cui Iachini, un mediano basso, appare a disagio nel ruolo di rifinitore, più impegnato a tenere a bada Cucchi che a sciorinare invenzioni. Proprio Cucchi, insieme ad Incocciati, sono i migliori nella squadra di Salvemini, che non demeriterebbe il vantaggio, anche penalizzata dalla sorte, che fa carambolare sull'esterno dell'incrocio dei pali una staffilata di Incocciati. Oltre all'acqua dal cielo, piove pure qualche fischio dagli spalti per i veneti, inevitabilmente, e c'è chi se ne ricorderà alla fine (Verza)… Poi, però, nella ripresa, l'inerzia della gara cambia. Tracciare un confine tra meriti e demeriti dei protagonisti in campo è sempre difficile, ma fatto sta che da una parte la ritrovata verve del Verona, che attacca stabilmente anche con i terzini, dall'altro il vertiginoso calo fisico di un Empoli schizzato a velocità supersonica per tutti i primi 45 minuti, si rinsaldano, eccome, le basi del balcone di Romeo e Giulietta. Al 60', Galia sbaglia incredibilmente a porta vuota ma, poco dopo, è Ekstrom (criticato neanche troppo velatamente da Salvemini a fine gara) che si invola verso la porta di Giuliani, impaperandosi, però, nell'ultimo controllo e consentendo al numero uno dell'Hellas di anticiparlo di piede in uscita fuori dall'area. Un errore grave, perché il Verona riprende subito il suo monologo, non concedendo più alcuna replica ai toscani. Al 66', la traversa salva due volte Drago in pochi secondi su tiri di Bonetti e dello stesso Galia. Il portiere azzurro sventa anche altre minacce e sembra avere un autentico talismano in tasca quando Fontolan fallisce il bersaglio, complice una deviazione decisiva a porta sguarnita. Salvemini nota palesi difficoltà dei suoi a tener balla ed a ribaltarsi in contropiede, così scegli di togliere Zanoncelli, centrocampista già subentrato ad Urbano nel primo tempo, e di inserire Baldieri, punta tecnica e veloce. Al 72', però, Gelain commette fallo su Verza lungo la fascia destra, sulla tre quarti avversaria: batte la punizione lo stesso Verza e palla perfetta sulla testa di Elkjaer – uno degli eroi del 1984 – '85 – che indovina un pallonetto fuori dalla portata di Drago. Perso Gelain all'82', espulso dall'arbitro Cornieti per doppia ammonizione, e già esaurite le due sostituzioni allora consentite, si fa male pure Pasciullo. Non potendo risistemarsi in difesa aggiungendo un nuovo marcatore, i toscani finiscono di fatto in nove, esponendosi ancor di più alla veemenza di un Verona che vuole chiudere i conti. I pugni di Drago allontanano due bombe in serie sganciate da Elkjaer e Bonetti. Infine, nuova legna fumosa per Galia, che spizza di testa la seconda traversa di giornata. Finisce così, amaramente per l'Empoli, sconfitto di misura, complice un pessimo secondo tempo e sempre più solo in fondo alla graduatoria. Del resto, a volte il passo è breve dai fuochi d'artificio di capodanno al carbone della Befana..! Federico Ferretti
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