Domenica 11 febbraio 2007 è in programma la 23° giornata del campionato di serie A 2006 '07 e l'Empoli gioca a Palermo. Gli azzurri sognano e pensano in grande, sesti in classifica, virtualmente in Coppa UEFA, ad appena un punto dal quarto posto che vale la Champions League, occupato da Lazio e Catania, quest'ultima, neopromossa, altra grande sorpresa del torneo. Un campionato sballottato dalla sentenze post "Calciopoli", che ha stravolto la classifica, penalizzando squadre importanti come Lazio, Milan e Fiorentina, rispettivamente, di tre, otto e quindici punti. Certamente la zavorra fiaccante alcune delle grandi della serie A ha favorito i toscani, ma sarebbe ingeneroso attribuire il successo della banda Cagni solo ed esclusivamente alle disgrazie altrui. L'Empoli, infatti, gioca splendidamente e merita ampiamente la proiezione nell'Olimpo del campionato. Se e quanto durerà lo stato di grazia azzurro lo si scoprirà solo vivendo, ma, intanto, bisogna tornare alla vittoria esterna, che manca dall'undicesima giornata (0 1 ad Ascoli) e che sarebbe la terza in stagione. Nonostante la doppia eliminazione autunnale agli ottavi di Coppa Italia ed ai gironi di Coppa UEFA, in campionato sta davvero stupendo il Palermo di Guidolin, che sembra aver blindato ormai il terzo posto con un impressionante +12. Un vantaggio consolidatasi il turno precedente, grazie alla vittoria 2 1 nel derby giocato sul campo del Catania. A tal proposito, purtroppo, tocca riaprire una drammatica pagina di violenza, che scalfisce l'avvincente scandire delle vicende calcistiche di un torneo davvero ricco di sorprese. La sera di venerdì 2 febbraio 2007, l'ispettore capo di Polizia, Filippo Raciti, rimane ucciso nel caos degli incidenti tra tifosi e forze dell'ordine, scoppiati nel corso di Catania Palermo. Per non aggravare ulteriormente la situazione dell'ordine pubblico, la partita viene fatta disputare. Sarà l'unica di quella giornata, rinviata al 18 aprile dall'allora commissario della FIGC, Luca Pancalli, che sospende tutti i tornei calcistici sul territorio nazionale, dalla serie A alle giovanili. Un segnale forte, compreso quello di riprendere a giocare a porte aperte solo negli stadi a norma sul piano della sicurezza. Altrove, in attesa dell'ammodernamento delle infrastrutture, solo gare senza spettatori. Non è il caso del "Barbera", ritenuto impianto sicuro, che accoglie, però, solo 20.000 spettatori, tra cui, per lodevole iniziativa della società rosanero, numerosi ragazzi accompagnati dai genitori. Una giornata che si preannuncia, comunque triste, stante la freschezza dei tragici eventi di Catania, ed ancor più per gli azzurri, che giocano con il lutto al braccio per la scomparsa della moglie del direttore generale Vitale, avvenuta due giorni prima. Guidolin, tecnico dei siciliani, intende cancellare lo 0 3 di due settimane prima contro la Lazio e schiera i suoi con un 4-1-3-2, che contempla Fontana in porta, Zaccardo, Biava, Barzagli e Pisano in difesa, Guana in cabina di regia, Bresciano, Simplicio e Corini sulla tre quarti, Caracciolo e Di Michele in attacco. Cagni non rinnega il solito 4-2-3-1 e manda in campo Balli tra i pali, Raggi, Lucchini, Pratali e Tosto dietro, Moro ed Almiron in mediana, Buscé, Vannucchi e Matteini a supporto dell'unica punta Pozzi. Il pressing forsennato della coppia di mediani Moro Almiron, che piombano puntualmente alla velocità della luce sul malcapitato portatore di palla rosanero, prosciugano energie ed idee al Palermo, in evidente debito d'ossigeno. A centrocampo, Bresciano sembra tutt'altro che ringalluzzito dalla fascia di capitano al braccio, oltre che dalla recente nascita della primogenita e dalle celebrazioni per il suo 27° compleanno. Sempre nel cuore del campo, Corini combatte con ardore, mentre Simplicio lo fa solo a sprazzi. Ecco, dunque, il povero Caracciolo, quasi sempre solo soletto a sgomitare là davanti, ove Amauri manca da un po' e si sente. "L'Airone", dolorante, si tocca spesso la coscia, si ferma anche più di un minuto e parrebbe dover lasciare il campo, per poi riprendersi. Unica scappatoia offensiva per la squadra di Guidolin, qualche lancio in avanti per Di Michele, ma senza che Balli corra alcun rischio, così come per Fontana, del resto. Possesso palla, comunque, a favore dei toscani. Così, dopo un primo tempo segnato dagli sbadigli, la ripresa si apre, al primo minuto, con il vantaggio dell'Empoli: sulla sinistra, da Matteini a Tosto, cross al centro, non ci arriva Pozzi, ma è puntuale l'inserimento di Almiron, che anticipa Barzagli e supera l'incolpevole Fontana. Un vantaggio troppo prezioso da difendere, tanto che Cagni toglie Pozzi ed inserisce Marianini, centrocampista di contenimento. Il modulo rimane sempre il 4-2-3-1, ma certamente più difensivo, con Vannucchi, ex sempre rimpianto dal pubblico palermitano, spostato in posizione di "falso nueve" ed Almiron alzato da trequartista centrale, proprio per lasciare spazio a Marianini. Anche Guidolin, effettuando il doppio cambio Guana – Tedesco e Bresciano – Brienza, non modifica l'assetto tattico, ma si augura di rinvigorire l'ossatura di una squadra che sembra davvero svagata. Possono, però, inquietarsi i siciliani, al 21', quando il braccio di Moro intercetta nettamente, in area, una punizione di Corini e l'arbitro Girardi non fischia il rigore. Poco dopo, però, di seguito Almiron e Vannucchi sfiorano il raddoppio, fermati dal solito grande Fontana. Alla mezz'ora, Cagni toglie Vannucchi ed inserisce Saudati, per cercare di difendere maggiormente palla sulla tre quarti. L'ultimo quarto d'ora sale di tono e di ritmo, per merito di un Palermo che cinge d'assedio la porta dell'Empoli, andando vicinissimo al pareggio al 34' con Di Michele, sfortunato nel centrare il palo. Puntualissima, però, la "legnata" di risposta azzurra, come certifica la traversa colpita da Marianini al 39'. Fermata sullo 0 0 la Lazio sul campo dall'Atalanta ed il Catania 1 1 a Messina, l'Empoli vittorioso sotto il monte Pellegrino torna, dunque, sotto il campanile della Collegiata di Sant'Andrea da quarto in classifica. Siamo solo nel mese di febbraio, ma la casella occupata dagli azzurri è quella buona per rincorrere il sogno Champions League, passando dai preliminari. Che dire, tutto semplicemente fantastico! E con questo dolcissimo amarcord, eccoci arrivati in vista del traguardo di una stagione davvero sofferta, destinata a tenerci con il fiato sospeso fino in fondo… Da parte mia, un grandissimo in bocca al lupo alla squadra in vista dell'ultimo atto di questo 2016 '17 dal finale thrilling! Alla società, un sincero ringraziamento per avermi dato anche quest'anno, il secondo consecutivo, la possibilità di accompagnare il campionato del presente sfogliando alcune emozionanti pagine del libro azzurro di memorie! Ma, soprattutto, desidero ringraziare tutti voi, affezionatissimi lettori, che anche nel corso di questa stagione, indipendentemente dalle gioie e dai dolori vissuti sul campo, avete dimostrato nei confronti della rubrica "Corsi e… Ricorsi" moltissimo affetto, come testimoniato dai numerosi commenti ed emoticon sprizzanti di entusiasmo, che hanno piacevolmente ornato le pagine dei social network dell'Empoli! Non sappiamo come finirà al termine degli ultimi 90 minuti, ma una cosa è certa: anche questa volta avete vinto voi! Nella speranza di poterci regalare il prossimo futuro ancora insieme, vi auguro sin d'ora buone vacanze, da trascorrere in serenità, circondati da chi vi vuole bene! Arrivederci. Federico Ferretti