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Dopo una settimana di sosta dedicata alle impegni delle Nazionali, in vista dell'Europeo di Germania 1988, domenica 22 febbraio 1987 la serie riprende con la 19° giornata del campionato 1986 – '87, che vede l'Empoli impegnato in casa contro l'Atalanta. Superata metà stagione, un sommario consuntivo del primo massimo campionato della storia azzurra certifica un saldo assolutamente positivo. La squadra di Salvemini, infatti, oltre ad essere virtualmente salva, è viva e lotta ogni domenica con ardore. Con il terz'ultimo posto a +3, non ci si può certamente sentire ancora sicuri, ma battere l'Atalanta, quart'ultima e mai vittoriosa in trasferta, significherebbe, di fatto, tagliare un traguardo intermedio molto importante nelle corsa salvezza. Salvemini si affida a Drago, Vertova, Gelain, Della Scala, Lucci, Brambati, Cotroneo, Urbano, Ekstrom, Della Monica e Baiano. Sonetti, tecnico neroazzurro, sa che una sconfitta getterebbe la "Dea" nell'Inferno, oltre che arroventare ulteriormente la propria panchina. Chiede, dunque, una gara gagliarda a Piotti, Barcella, Gentile, Perico, Progna, Prandelli, Bonacina, Icardi, Stromberg, Magrin ed Incocciati. Gli orobici sembrano rispondere positivamente all'appello del proprio allenatore, costringendo sin da subito l'Empoli a difendersi nella propria metà campo. Al 10', un perfetto lancio di Magrin pesca Progna solo davanti a Drago, bravissimo ad opporsi al tentativo del libero lombardo. Quattro minuti dopo, Incocciati fallisce l'aggancio da ottima posizione. Gli azzurri lasciano colpevolmente ampi margini di manovra a Magrin, il cervello della "Dea", che trova sempre la giocata smarcante per Incocciati e Stromberg, autentiche spine nel fianco della difesa toscana. La squadra di Salvemini recupera il pallone sempre troppo bassa per pungere e, a parte Della Monica, l'unico a sfuggire in qualche occasione alla marcatura asfissiante di Perico, viene dominata a centrocampo, ove oltre a Magrin, brillano Icardi e Prandelli, decisamente più reattivi di Cotroneo ed Urbano. Ci si aspetta, invece, maggiore intraprendenza dal giovane bergamasco Bonacina, non molto attivo sulla fascia destra. Tuttavia, la netta supremazia atalantina non viene sfruttata a dovere in zona goal, tanto che, superata la mezz'ora, Baiano per poco non beffa Piotti, attento una prima volta a parare in due tempi una conclusione dalla distanza, per poi sudare freddo nell'accompagnare fuori uno splendido tiro al volo dello scugnizzo napoletano, su cross di Della Monica. Il secondo tempo ricomincia come era finito il primo, ovvero con un Empoli ben più pimpante ed una Atalanta che inizia ad arretrare. Per fortuna degli orobici, Ekstrom incappa nella peggior giornata della sua avventura italiana, iniziata in maglia azzurra sei mesi prima, anche grazie alla sorveglianza speciale che il giovane Barcella esercita su di lui. Così, come ai neroazzurri nei primi 45 minuti, anche ai toscani capita di essere belli, ma inconcludenti. Un fendente al volo di Urbano, che termina tranquilla tra le braccia di Piotti, dopo un'azione piuttosto elaborata condotta dalla coppia Della Monica – Gelain, rappresenta la riprova della sterilità offensiva di Ekstrom e co. Considerate anche le notizie dagli altri campi, i ventidue di scena al "Castellani" iniziano a rendersi conto che un pari non sarebbe male e che osare eccessivamente potrebbe rivelarsi controproducente. La riprova a sette minuti dalla fine, quando l'arbitro Sguizzato espelle l'atalantino Progna per somma di ammonizioni e l'Empoli neanche prende in considerazione l'idea di approfittare della superiorità numerica. La partita, ovviamente, non può che terminare senza reti. Per raccontarla con un pizzico d'ironia: primavera alle porte, ma meglio non scoprirsi..! Federico Ferretti