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Domenica 12 marzo 2006 è in programma la 29° giornata del campionato di serie A 2005 – '06 ed al "Castellani" arriva il Chievo. A nove atti dal termine, l'Empoli cerca i punti per liberarsi dal terz'ultimo posto, che lo vedrebbe scivolare in serie B, e raggiungere quanto meno la quarta piazza, occupata dal Messina, distante un punto, visto che Lecce e Treviso, rispettivamente penultima ed ultima, sembrano ormai tagliate fuori dai giochi, staccate dagli azzurri di cinque ed otto lunghezze. Il problema più preoccupante, però, per i toscani, è che una compagine che lotta per non retrocedere non può più concedersi il lusso di una miseria di appena cinque vittorie casalinghe, l'ultima delle quali datata, addirittura, 5 novembre 2005 (3 – 0 alla Reggina). In generale, il bottino pieno all'Empoli manca da quattro giornate, in cui sono maturate tre sconfitte ed un pareggio. Tre "X" in fila hanno, invece, rallentato la corsa verso la Coppa UEFA del sempre più sorprendente Chievo, settimo in graduatoria. Una sfida, quella sul campo, che i due baffuti allenatori hanno già iniziato a combattere davanti allo specchio a suon di rasoi e schiume da barba. Pillon, allenatore clivense, alla vigilia della partita contro la già allora spaziale Juve, aveva promesso che se fosse riuscito a battere i bianconeri, si sarebbe tagliato i mitici baffi. Risultato? Pareggio 1 – 1 e baffi in salvo. Cagni, tecnico azzurro, ha, invece, deciso di mettere le mani avanti e di presentarsi in panchina senza mustacchi. Una recisione apotropaica, che lascia solo il baffo di Pillon esposto alle folate della gelida tramontana che imperversa sul Castellani e che subito lascia intendere come Eolo si possa rivelare un fattore, più o meno favorevole, per entrambi i contendenti. Moduli a specchio per entrambi i mister, che prediligono il 4-4-2 classico. Rappresentato, per i toscani, da Balli in porta, Raggi, Coda, Pratali e Tosto in difesa, Buscé, Moro, Ficini e Vannucchi a centrocampo, Riganò e Tavano in attacco. A loro volta, i gialloblu si sistemano con Fontana tra i pali, Malagò, Scurto, D' Anna e Lanna nel pacchetto arretrato, Semioli, Brighi, Giunti e Franceschini nel cuore del campo, Amauri e Tiribocchi di punta. Nonostante un primo tempo giocato a favore di vento, gli azzurri badano a non scoprirsi troppo (non solo per il freddo…) e ad occupare puntualmente ogni zona del campo. Il Chievo appare, oggettivamente, più organizzato, ma un unico tiro in porta con Tiribocchi, oltre a rappresentare l'istantanea perfetta di un'ora di gioco piuttosto brutta, è davvero troppo poco per impensierire la banda Cagni. Che ha un'impennata proprio prima dello scadere con Vannucchi, fermato sulla linea da Giunti su corner. Poi, nella ripresa, al pari delle imprevedibili pennellate che i soffi dell'aere imprimono al pallone, accade, inaspettatamente, che, nonostante la tramontana appesantisca le gambe clivensi, la squadra di Pillon alzi il baricentro di 10 metri, provando ad osare, ma lasciando spifferi invitantissimi per folletti come Vannucchi, Tavano e Buscè, a cui si aggiunge la spigliatezza di Almiron, inserito da Cagni al posto di Ficini. Movimenti che in più di una circostanza appaiono super sincronizzati, come se i giocatori sul rettangolo verde fossero la reincarnazione vivente delle calamite applicate sulla lavagnetta degli schemi. Vannucchi parte largo a sinistra, ma è risaputo che il suo habitat naturale sia quello dietro alle punte e, quando si accentra, accende il segnale a via libera per le scorribande sulla corsia di sinistra di Tosto che, a sua volta, spegne l'esuberanza di Semioli. Tavano tende ad allargarsi molto e, quando va a giocare più vicino al "compare" Riganò, permette anche all'altro esterno del centrocampo toscano, ovvero Buscè, di salire con buona continuità e costringere Franceschini al lavoro sporco. Giocate di qualità che ricevono il giusto premio al 26': ennesima fuga di Vannucchi, palla allargata a destra per Buscè, cross in area, Malagò si pianta in terra e Riganò schiaccia di testa sul primo palo, lasciato indifeso da Squizzi, subentrato da otto minuti a Fontana, messo ko da un problema alla schiena. Ed i robusti cingoli che servono per fronteggiare l'enorme ventilatore di giornata, si confermano, in casa Empoli, perfettamente oliati al 34', quando è sempre Buscè a centrare, ma stavolta è Lanna a fermarsi al bar ed a lasciare che Tavano, solissimo a centro area, abbia tutto il tempo di stoppare e centrare al volo il 2 – 0. Il baffo di Pillon è scosso d'inquietudine dal vento, sempre il grande mattatore del pomeriggio, decisivo nella definizione di una traiettoria a dir poco assurda, che pietrifica Balli su una botta di Brighi da 40 metri. Mancano ancora otto minuti più recupero e c'è ancora un'ultima raffica da brividi, che, però, spazza via in rapida successione un tentativo di Semioli su cross di Giunti ed un accenno di rissa. Peccato non poter esclamare, nei panni di Cagni, "Proprio una vittoria coi baffi"! Federico Ferretti