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Domenica 15 febbraio 1997 si gioca la 21° giornata del campionato di serie A 1997 – '98 e l'Empoli ospita la Fiorentina. La squadra di Spalletti si presenta al sentitissimo – più per i tifosi azzurri, a dire la verità – derby toscano da quart'ultima in classifica insieme al Piacenza, ma in piena corsa salvezza, distante solo un punto. Numeri intriganti, dalle sfaccettature multicolore, presentano la sfida. L'Empoli si accinge a giocare il suo sesto derby nel massimo campionato orgogliosamente ancora da imbattuto, capace di conquistare due vittorie e tre pareggi. Due successi che brillano come stelle nel firmamento della memoria azzurra: dal primo colpo grosso della storia, firmato al "Castellani" da Ekstrom nel 1986, al ben più recente "formaggino del Franchi" squagliato per l'entusiasmo quattro mesi prima, nel recupero della gara d'andata, dal duo Tonetto – Martusciello, capaci di rimontare l'iniziale rete di Batistuta. E poi ci sono i numeri del "Castellani", nettamente a favore della banda Spalletti, ivi imbattuta dal 30 di novembre, che, però, la Fiorentina ha tutti i mezzi per sgretolare, capace sempre di tornare a casa con almeno un punto in tasca dal 7 dicembre e, addirittura, di poter stabilire il record di successi esterni consecutivi (cinque) della propria storia, in caso di trionfo ad Empoli. Attenzione, però, a dosare le forze, visto il turno infrasettimanale giocato il mercoledì precedente da entrambe contro avversari di prestigio ed in cui gli azzurri sono stati sconfitti a Roma 3 – 1, ma non surclassati, dalla Lazio, terza in classifica, ed i viola hanno frenato 1 – 1 in casa la rincorsa dell'Inter di Ronaldo alla capolista Juventus. Il quinto posto in graduatoria della Fiorentina passa, oltre che dall'entusiasmo e dall'esuberanza tattica di Malesani – allenatore alla prima stagione sulla panchina di una grande – soprattutto, dai goal di Batistuta, vice capocannoniere con 15 reti, una in meno dell'udinese Bierhoff. Batigoal gioisce in viola, ma piange in bianco celeste, snobbato dal commissario tecnico argentino Passarella – ex bandiera viola, tra l'altro – in vista dei mondiali di Francia 1998 e con cui non ha mancato di punzecchiarsi anche nel corso della marcia di avvicinamento al derby toscano. E chissà quale impero del goal avrebbe potuto creare il "Re Leone" se, come il patron Cecchi Gori aveva pianificato, avesse giocato in coppia con Edmundo, l'altro asso nella manica della Viola, pagato 13 miliardi di lire l'estate precedente, ma il cui arrivo è slittato al mese di gennaio, stante dover prima concludere il campionato brasiliano con il Vasco da Gama. Ma, ecco una controversia proprio tra il Vasco ed il Palmeiras, altra squadra del passato di Edmundo in Brasile, bloccare il giocatore oltre oceano, ritardando di un mese il suo trasferimento a Firenze, dove, però, "O Animal", soprannome non a caso affibbiatogli per la sue esuberanze caratteriali, ci tiene subito a precisare che in panchina non si siederà mai. Non solo ai giardini di Boboli, ma, soprattutto, su quella di Malesani, da cui l'attaccante carioca, molto amante del Carnevale, pretende il posto fisso. Dichiarazioni, rilasciate da Edmundo al "Jornal do Brasil" ed all'emittente televisiva "O Globo", che non sono piaciute un po' a tutto l'ambiente viola, che lo attende, non più tanto a braccia aperte, desideroso di chiarimenti urgenti, proprio all'indomani della sfida con l'Empoli. Che, davvero, non ha nulla da perdere al cospetto delle inquietudini dei gigliati, disegnato da Spalletti con un 4-4-2 piuttosto spregiudicato: Roccati in porta, Fusco, Baldini, Bianconi e Tonetto in difesa, Ametrano, Ficini, Bonomi e Martusciello a supporto del centrocampo, Esposito e Cappellini di punta. Malesani, che non vanta precedenti particolarmente favorevoli in termini di risultato contro il collega di Certaldo, risponde con il modulo 3-4-3, che prevede Toldo tra i pali, Falcone, Firicano e Padalino nella retroguardia, Kanchelskis, Schwarz, Cois e Serena in mediana, Oliveira, Batistuta e Morfeo in attacco. Il consueto esodo pre derby, "ciclomotorizzato" per circa 2.000 tifosi viola tra Firenze ed Empoli sulla FI-PI-LI (in barba ai limiti di cilindrata) e sulla strada statale 67 (per i più ligi al codice della strada), porta in tutto 6.000 fan gigliati al "Castellani", popolato, nel complesso, da 15.000 spettatori, i quali constatano sin da subito il dominio a centrocampo dell'Empoli, che, però, purtroppo, già dopo otto minuti, perde Cappellini, ko dopo uno scontro con Firicano e rimpiazzato da Florijancic. Sulle fasce, Ametrano e Martusciello ben presto iniziano a prevalere su Serena e Kanchelskis, ma la manovra è nella testa e nei piedi degli azzurri anche nel cuore del campo, dove l'assenza di Rui Costa, dolorante al costato, sembra pesare come un macigno sulla fluidità dell'impostazione di gioco tanto cara a Malesani. L'allenatore veneto deve, pertanto, accontentarsi dei muscoli di Cois e Schwarz, ottimi incontristi, ma non certo fini pensatori. E non è certo un caso che, stante l'assenza del talento portoghese, Spalletti osi schierare una mediana tutta proiettata all'offensiva, dove Bonomi, normalmente un attaccante esterno, gioca da centrale, per inserirsi poi prepotentemente in area e spaventare pure mortalmente su punizione Toldo, formidabile a salvarsi in angolo al 19'. E si continua con gli azzurri che tanto attaccano quanto sbagliano tutto al momento del colpo decisivo, graziando la Viola, pericolosa solo a due minuti dall'intervallo con un tiro a fil di palo di Morfeo. Ma, nel secondo tempo, basta che il russo Kanchelskis sulla corsia di destra costringa Tonetto ad abbassarsi, per permettere alla superiore qualità gigliata di emergere alla distanza. Al 6', Roccati è bravo a rintuzzare una conclusione dell'ex sovietico che, un minuto dopo, si ripete, ma, su di lui, non con la stessa bravura il portiere azzurro, che non trattiene il pallone e si fa infilare dal tap – in di Oliveira. Braccia larghe ad imitare il volo di un rapace ed il "Falco" belga – brasiliano, ribattezzato così proprio per la sua esultanza, porta inaspettatamente avanti i suoi. A questo punto, il contropiede potrebbe rivelarsi micidiale per gli uomini di Spalletti, ma Batistuta e co latitano, senza approfittarne. E, così, ci pensa Esposito a fare giustizia al 29': assist perfetto di Bianconi di testa in tuffo e seconda inzuccata di Carmine goal che non sbaglia a due passi da Toldo, nonostante un più che probabile fuorigioco. Un sussulto d'orgoglio dipinge di viola il finale di partita, ma Roccati si riscatta fermando Kanchelskis ed Oliveira. Un pareggio che conferma l'imbattibilità dell'Empoli nel derby contro i Viola e che impedisce di spiccare il volo alla Fiorentina, ritrovatasi con un… "Falco a metà"! Federico Ferretti