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Domenica 30 novembre 1986 è in programma l’undicesima giornata del campionato di serie A 1986 – ’87 e l’Empoli riceve la Fiorentina. Per gli azzurri il derby toscano è la partita dell’anno, quella con la “P” maiuscola, quella che, se si vince, autorizza, almeno per mezza stagione, a rivendicare con una certa soddisfazione la superiorità sui cugini viola. In estate, i destini delle due compagini si sono già incrociati nel girone preliminare di Coppa Italia con gli azzurri sconfitti 2 – 1 nella gara giocata all’Artemio Franchi, ma qualificatisi agli ottavi a spese dei viola. Ora, il destino vuole che il primo derby tra le due squadre toscane nel massimo campionato non si giochi in un giorno qualunque per Empoli: si festeggia, infatti, Sant’Andrea Apostolo, patrono cittadino, che tutti i supporter azzurri sperano posi i suoi occhi benevoli sulla squadra di Salvemini. Che avrebbe davvero bisogno di una benedizione, terz’ultima in classifica e reduce dalla pesante sconfitta in trasferta contro il super Napoli di Maradona (4 – 0). Il torneo, però, è ancora lungo e, tutto sommato, la graduatoria è in linea con l’ipotetico rendimento di una neopromossa come l’Empoli. Sull’altro fronte, la Fiorentina di Bersellini, rinfrancata da due vittorie consecutive contro Ascoli e Roma, si è portata in posizione più tranquilla, al centro della graduatoria, ma è ora chiamata ad offrire maggiori garanzie di continuità, dopo aver alternato prestazioni brillanti ad altre sconcertanti. Gli azzurri scendono in campo con Drago, Vertova, Gelain, Della Scala, Lucci (sostituto dell’affaticato Picano), Salvadori, Cotroneo, Urbano, Ekstrom, Della Monica e Baiano. I gigliati si schierano, invece, con Landucci, Gentile, Contratto, Oriali, Pin, Galbiati, Berti, Battistini, Di Chiara, Onorati e Monelli. A partire dalla tarda mattinata, un serpentone di circa 10.000 ciclomotori con targa “FI” inizia a snodarsi lungo il percorso della strada statale 67 “Tosco – Romagnola”. È l’esodo viola verso il Castellani, dove, di fatto, i gigliati è come se giocassero in casa. Non basta, infatti, il settore ospiti ad ospitare tutti i tifosi fiorentini, che vengono smistati anche in altri settori dello stadio, a stretto contatto con gli empolesi. Per fortuna, nessun problema di ordine pubblico, a parte qualcuno che… “si diverte” a danneggiare i tubi dell’acqua dei servizi igienici, allagando qualche locale. Un primo successo, sul piano dell’incasso, è subito certificato: 227 milioni di lire, più del doppio di quanto entrato nelle casse della società del patron Grazzini tre settimane prime contro la Roma. Presenze prestigiose in tribuna d’onore, dove siedono, tra gli altri, la famiglia Pontello – proprietaria della Fiorentina – il giudice Corrado De Biase – ex inquisitore federale scopritore degli scandali del calcioscommesse 1980 e 1986 – il già commissario tecnico azzurro Ferruccio Valcareggi e, soprattutto, Kurt Hamrin, l’Uccellino che con le sue prodezze fece sognare Firenze tra gli anni ’50 e ’60, combattuto tra la sua fede viola ed il sostegno al suo connazionale Ekstrom. Atmosfera molto tesa e gara che, inevitabilmente, ne risente sul piano dello spettacolo. Il primo tempo sembra trascinarsi stancamente all’intervallo senza emozioni. Poi, al 43’, ecco il momento atteso da una vita dall’universo azzurro: Gentile perde palla al limite della propria area di rigore, Della Monica ne approfitta, evitando il ritorno di Oriali e servendo in profondità Baiano, nuova verticalizzazione per Ekstrom e scatto fulminante del centravanti svedese che brucia Pin e trafigge in diagonale Landucci con un diagonale secco e preciso sull’angolo opposto. Il Castellani va in visibilio, in un tripudio di bandiere e palloncini azzurri, mentre le bandiere viola sembrano malinconicamente ammainarsi. Così, appare chiaro che la Fiorentina non possa davvero permettersi di regalare a qualsiasi avversario un giocatore del calibro di Diaz, il centravanti titolare, squalificato, né rinunciare alla talentuosa staffetta Baggio – Antognoni, entrambi infortunati. L’Empoli, di contro, oltre al primo goal italiano di Ekstrom, giunto alla quinta presenza in serie A, si gode il talento emergente di Ciccio Baiano, scugnizzo napoletano appena diciottenne, che Salvemini ha deciso di buttare nella mischia in una partita così importante come il derby contro i gigliati. Una scelta coraggiosa, ma rivelatasi una piacevolissima sorpresa per l’azzurro empolese e… nazionale, perché il giovincello dimostra di avere talento e personalità, mandando spesso in bambola un certo Gentile, campione del mondo nel 1982. Il numero undici di casa è anche protagonista di un episodio dubbio in area gigliata, quando un suo cross viene intercettato da un braccio sospetto di Galbiati. Un tiro di Di Chiara, schierato come ala sinistra, ed un colpo di testa di Battistini sono davvero troppo poco per una squadra, quella di Bersellini, neanche lontanamente imparentata con quella applaudita a margine delle vittorie contro Ascoli e Roma. Viola spenti soprattutto a centrocampo, ove Berti ed Onorati soffocano asfissiati dal pressing avversario, e nervosi, con Gentile in testa, che prima spintona un raccattapalle – reo, secondo lui, di perdere tempo – poi litiga con i compagni, la panchina di Salvemini e si becca pure un giallo dall’arbitro Agnolin, impegnato ad ammonire altri quattro fiorentini (Battistini, Berti, Di Chiara – che protesta per un rigore non dato – e Galbiati). Questo per dirla tutta su quanto il Giglio appaia appassito sul prato verde di Empoli. Così, contrariamente alle attese, il trionfo della squadra di Salvemini si materializza senza troppi patemi nel tripudio del Castellani. E, mentre i sostenitori viola danno vita ad un mesto controesodo ciclomotorizzato, la scena è tutta per Ekstrom, raggiunto negli spogliatoi da Hamrin, intrattenutosi nel post gara per congratularsi personalmente con il connazionale. Simpatico il siparietto che si apre nella pancia dello stadio empolese, con l’ex numero 7, tra le altre, di Juventus, Fiorentina, Milan e Napoli, che si offre a fare da interprete con i giornalisti per l’eroe di giornata, che ancora non parla l’italiano. Tradotto da Hamrin, un Ekstrom a tutto campo non solo esprime tutta la sua felicità per il suo primo goal con l’Empoli, ma dispensa pure consigli alla Nazionale Italiana sulla incombente trasferta di Malta – rivelatasi trionfante per la sua Svezia, anche grazie ad una sua doppietta nel complessivo 5 – 0 – sulla strada della qualificazione ai campionati europei 1988. Ad oggi, il mitico goal di Ekstrom contro la Fiorentina nel 1986 rappresenta ancora l’unica vittoria degli azzurri al Castellani nel derby. Svegliaci Empoli: qui si sogna da trent’anni! Federico Ferretti