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Domenica 10 settembre 2006 parte il campionato di serie A dei neo campioni del mondo e l’Empoli debutta a Marassi, contro la Sampdoria. I blucerchiati sperano di partire subito con il piede giusto e, soprattutto, di tornare a vincere, risvegliandosi dall’incubo in cui sono piombati dalla 25° giornata del campionato precedente. Dal 12 febbraio del 2006, infatti, giorno di Sampdoria – Messina 4 – 2, la squadra di Novellino non ha più saputo fare bottino pieno, finendo per rincorrere una salvezza affannosa, dopo aver stazionato a ridosso della zona Europa per oltre metà di stagione. “Datemi un mese e mezzo di tempo e vi dirò dove l’Empoli potrà realmente arrivare”: Cagni, allenatore degli azzurri, chiede tempo e pazienza per scoprire i veri valori della propria squadra, augurandosi di prolungare la “quaresima” doriana e di prendersi una rivincita con la società che lo esonerò esattamente cinque anni prima, il 16 settembre 2001, ironia della sorte dopo un Empoli – Sampdoria 0 – 2 (doppietta di Rocchi). Un compito tutt’altro che agevole, affidato ad una formazione che, almeno sulla carta, si presenta piuttosto prudente, disegnandosi con un 5-4-1, anche perché priva dell’infortunato Almiron, faro del centrocampo toscano. In campo vanno Balli in porta, Raggi, Adani, Ficini, Marzorati e Lucchini in difesa, Buscè, Marianini, Moro e Vannucchi a centrocampo, Saudati unica punta. Classico 4-4-2, invece, per Novellino: Castellazzi tra i pali, Zenoni, Sala, Falcone e Pieri nel blocco arretrato, Olivera, Volpi, Palombo e Franceschini in mediana, Bonazzoli e Flachi in attacco.

Avvio di gara favorevole alla Samp, che, come era presumibile, inizia subito con lo spirito rabbioso di chi sa doversi spingere forse anche al di là delle proprie possibilità per riacciuffare i tre punti, dopo quasi sette mesi di stenti. E, al 10′, l’iniziale foga doriana viene premiata: assist perfetto di Flachi per Bonazzoli, che fionda rasoterra alle spalle di Balli. Un goal che ha il sapore della liberazione per i genovesi, che continuano a spingere e protestano per un rigore negatogli dall’arbitro Gava in seguito ad un fallo di mani di Ficini. Purtroppo per Novellino e co, però, è come se l’estate non avesse mandato in vacanza la maledizione nata nel corso della stagione precedente. Un sortilegio che sembra far nascere sotto cattiva stella anche il 2006/07: al 27′, infatti, un errore marchiano di un uomo di esperienza come Falcone consente a Saudati di involarsi sulla fascia sinistra, crossare rasoterra e regalare un rigore in movimento a Buscè, che lo trasforma per il pareggio empolese. Da qui in avanti, cala il buio sulla squadra di Novellino, impaurita ed in evidente stato confusionale. Il colpo di grazia potrebbe darlo Lucchini alla mezz’ora, ma il palo regala una boccata di ossigeno alla Samp. A cinque minuti dalla fine del primo tempo, Vannucchi si fa male e Cagni manda in campo Matteini. Più di qualcuno pensa che possa trattarsi di una parziale compensazione della mala sorte, che toglie dalla contesa un giocatore determinante come il trequartista azzurro, dopo essersi abbattuta due giorni prima anche su Almiron.

Ma si rivela tutto una pia illusione, perché, al 6′ della ripresa, è proprio il neo entrato Matteini, lanciato a rete, che si guadagna la massima punizione, steso da Falcone – di nuovo gravemente colpevole dopo un suo errato disimpegno carambolato su Franceschini – che viene pure espulso da Gava per fallo da ultimo uomo. Dal dischetto, Saudati tira di precisione, Castellazzi intercetta, ma non riesce a respingere il pallone che termina dentro per l’1 – 2. Novellino toglie allora Franceschini ed inserisce Delvecchio, con Palombo che arretra, e bene, da centrale difensivo. Cagni opta, invece, per Pozzi al posto di Saudati, per mantenere alto il baricentro della squadra. Una mossa azzeccata, perché l’Empoli si difende con ordine, rischiando davvero pochissimo, al cospetto di una Samp nervosa ed arruffona. L’apice della frustrazione blucerchiata lo tocca Delvecchio che, nel finale, già ammonito per un fallo di mano, si fa cacciare per proteste.

E’ il segnale della resa doriana, con il cronometro che diviene un caro amico degli azzurri, che possono festeggiare il successo al debutto in campionato insieme a Cagni, raggiante anche per il proprio successo personale al cospetto di chi in passato non aveva creduto in lui. Quando si dice “rifarsi con gli interessi”!

Federico Ferretti