Questo pomeriggio nella sala stampa Antonio Bassi del Carlo Castellani Computer Gross Arena il Presidente Fabrizio Corsi e il Direttore Sportivo Pietro Accardi hanno presentato il neo allenatore azzurro Aurelio Andreazzoli.
“Sono qui con grande entusiasmo – ha affermato mister Andreazzoli -, Empoli è un ambiente che mi piace e in cui sto bene. So di essere apprezzato dalla società, come testimoniato dalle parole del Presidente Corsi e del Direttore Accardi. Conosco bene i calciatori e la squadra esteriormente, adesso valuterò dall’interno gli uomini, l’etica del lavoro, il cuore, la capacità di stare insieme, di reazione alle difficoltà. Questa è una pagina da scrivere. L’impressione generale è quella di una squadra che ha potenzialità per esprimersi, sia sotto l’aspetto tecnico che sulla possibilità di variare gli interpreti ma anche questa è una valutazione che ha necessità di approfondimento. Cosa ho pensato quando mi hanno contattato? Mi ha telefonato il Direttore Accardi e sembrava che ci fossimo sentiti il giorno precedente: il fatto che due persone non si vedano e non si sentono non significa che non ci sia stima. Questo vale anche per il Presidente Corsi, altrimenti non sarei qui. Il discorso è reciproco. Non mi sono sentito offeso quando il presidente mi ha chiamato a dirigere la sua squadra e non mi devo offendere nemmeno se fa una scelta diversa da quello che è il mio desiderio, se i rapporti sono sani e onesti come sono sempre stati. La mia risposta è stata con entusiasmo, qui sto bene e siamo in Serie A: non potevo chiedere di meglio. Quanto sarà importante lavorare sulla testa oltre che sul campo? Le due cose vanno di pari passo. Tutto dipende sempre dalla testa. Servirà trovare le chiavi giuste ma non penso sia difficile, in questa situazione c’è bisogno di avere soddisfazione in quello che si fa. I numeri non sono confortanti adesso ma il percorso è lungo, noi siamo al primo passo e poi vedremo che direzione prendere: sono fiducioso perché vedo occhi interessati e interessanti. Voglio approfondire la conoscenza dei calciatori e far conoscere cosa pretendo e la mia filosofia di rapporto con un gruppo”.
“Ripartire dai calciatori che conosco tra senatori e giovani? Il gruppo – spiega il tecnico azzurro – non è formato né dai giovani né dai senatori ma da 25 persone, starà a noi avere la sensibilità di toccare i tasti giusti. I ragazzi hanno voglia di esprimersi e noi cercheremo di metterli nella condizione di farlo senza avere pesi. Tutto quello che è successo è successo, dobbiamo guardare avanti con entusiasmo, che dovremo dare anche noi. Non c’è crescita in un ambiente depresso. Le difficoltà aiutano a scoprirsi? Le cose facili sembrano scontante, quando i ragazzi giovani non hanno la percezione del negativo la devono scoprire. Nel momento in cui che la scoprono capiscono cosa significa il successo. Se ho in mente un modulo di partenza? Presto per dare un giudizio definitivo, l’impressione che ho ora è quella di un gruppo malleabile, le caratteristiche individuali mi indicano che c’è la possibilità di orientarci verso diverse direzioni. Se i risultati delle altre squadre ci creano ansia? No, ci sono ancora 34 gare, non mi preoccuperei di questo. La classifica può spaventare ma non è sempre corretto farlo. Secondo me – chiude Andreazzoli – serve una valutazione attenta e completa”.