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“Vedere le strade vuote davvero, dove rimbombano anche i passi, fa paura davvero. Quando ripartiremo lo faremo con un bagaglio di valori forse anche più denso. Di sicuro con una fame pazzesca di vita”. Parole del portiere azzurro Alberto Brignoli, che in ha parlato in questo particolare momento al Corriere dello Sport Stadio.

“Io sono di un paesino vicino Bergamo – racconta il portiere azzurro -, San Paolo D’Argon, poco meno di 6000 abitanti. Lì sono tutti in trincea. La mia famiglia sta bene, lo stesso i miei amici. Ma in questo momento la distanza si è fatta ancora più pesante. Vorresti fare qualcosa in più e alla fine ti rendi conto che mantenere la lucidità, non trasmettere ansia è l’unica cosa che può davvero essere utile. Il post su Bergamo? Mi sento bergamasco. Il comune denominatore per tutti quelli della provincia è Bergamo, la città alta, la funicolare, la città bassa. È il punto di riferimento, è quello che adesso vedi martoriato e sanguini dentro».

“All’inizio – prosegue Brignoli -, mi sembrava qualcosa di lontano. E anche dopo i primi casi qui in Italia, non mi sarei mai immaginato una virulenza simile. Al contrario però di quanto pensavo, la mia quotidianità non è cambiata moltissimo. I nostri preparatori si collegano con noi da remoto, e così scherziamo, lavoriamo e ci facciamo anche compagnia. Forse il mio vicino penserà che sono matto, vedendomi parlare con uno schermo, ma, a emergenza finita, glielo spiegherò (ride, ndr). Ho riscoperto qualche hobby? Ho riscoperto cosa significa non camminare costantemente sulla corda, sottilissima, della tensione agonistica. Non ho mai amato moltissimo leggere, ma adesso lo sto facendo. Faccio qualche partita ai videogiochi, soprattutto la sera. E cerco di tenermi informato su questa situazione. Tra le tante dirette social che in questi giorni riempiono la rete, per esempio, ne ho vista una tra Gabriele Parapiglia, autore, e Paolo Cannavaro, collegato dalla Cina. Temo, purtroppo, che quel rigore raccontato, qui da noi possa essere utopia»,

“Marino ci ha dato le linee guida da seguire, col suo staff. È un esempio.  – ha aggiunto -. La ripresa sarà un’incognita per tutti, il Benevento potrebbe stare in quarantena fino a 3 turni dalla fine, che la A se l’è già conquistata, ma di certo noi non avremo più bonus: li abbiamo esauriti. Il pareggio col Trapani ci ha scacciato fuori dalla zona play off, nonostante le tante vittorie delle ultime settimane. Servirà lucidità psico-fisica. Le porte chiuse? È come un attore che sale sul palcoscenico con una platea vuota, ma adesso quello che conta è battere questo nemico invisibile”.

“Cosa farò quando questa pandemia sarà stata arginata? – conclude – Correrò dalla mia famiglia. Ieri è stato il compleanno di mio padre, qualche tempo fa mia nonna ha spento 90 candeline e non c’ero. Voglio abbracciarli tutti. Con la mia fidanzata”.