Top News

Primo giorno in azzurro per il neo tecnico Cristian Bucchi che è stato presentato ufficialmente nella sala stampa Antonio Bassi dello Stadio Carlo Castellani di Empoli

“Questa è una grande occasione – ha dichiarato il neo tecnico azzurro -, un’opportunità chiamata Empoli, una terra di grandi professionisti, di grandi lavoratori. Lavorare qui per me è una grande spinta, dal primo momento in cui ci siamo parlati ho riscontrato grande entusiasmo e per me, che credo molto nei tempi, questo era il momento giusto per venire a Empoli. Arrivo con grande entusiasmo e voglia di fare, in un posto come Empoli che viene da un rammarico, da una retrocessione cocente ma allo stesso tempo dopo essersela giocata alla grande: dobbiamo essere bravi a mettere insieme le cose, pensare a lavorare, sperando in futuro di lasciare lo spazio ai sogni. Adesso è importante ripartire bene, con i criteri da Empoli e con il lavoro, cercando di migliorare sempre giorno dopo giorno, con la ferocia, con la voglia di andare a conquistarsi sempre qualcosa, ponendosi obiettivi quotidiani per andar poi a vincere come squadra. Poi i sogni, come detto, sono nel cassetto, e starà a noi capire se saremo se saremo bravi ad aprirlo. L’approccio con l’Empoli? C’è stata una telefonata con il direttore e c’è stata subito sincerità e franchezza tra le parti: mi è stato detto che l’Empoli voleva continuare con Andreazzoli ma se questo non fosse avvenuto che c’era interesse nei miei confronti. Ho apprezzato questa schiettezza, l’Empoli aveva voglia di ripartire e io ho visto questo come una grande occasione da cogliere. C’erano stati contatti anche due anni fa ma io avevo un discorso avviato con il Sassuolo: forse i tempi non erano maturi per portare in fondo la cosa, cosa che invece sono ben felice che sia successa oggi”.

“Parlando di moduli – ha proseguito Bucchi – L’idea è quella di sviluppare il 4-3-1-2, ma soprattutto di giocare un calcio propositivo. Mi piace difendere attaccando e credo che tutto ciò sia anche nelle corde di questa società: ci siamo trovati e nel tempo, lavorando con la giusta calma e scegliendo gli uomini giusti che sposano le nostre idee, dobbiamo costruire una squadra adatta per quello che vogliamo fare, andando in campo per divertirci e divertire. La squadra? Cambierà profondamente rispetto all’anno scorso, ed io come allenatore dovrò integrarmi al meglio nel contesto oltre a mettere le mie idee. La nostra sfida sarà quella di creare un organico all’altezza e di allestire una squadra competitiva con l’allenatore che dovrà poi guidarla nel miglior modo possibile. I giovani? Io distinguo sempre in fasce qualitative e non di età e il fatto di esser giovane è solo un loro vantaggio. Amo lavorare con i giovani, è una sfida che mi piace moltissimo anche se allo stesso tempo credo sia opportuno creare il giusto mix con alti elementi di esperienza per farli rendere al meglio”

“Arrivo su una panchina dove si sono seduti tanti grandi allenatori – ha poi detto – e tutto ciò è allo stesso tempo un grande stimolo ma anche una grande responsabilità. Sono in un momento del mio percorso dove vorrei completarmi il più possibile, crescere, imparare e sono sicuro di essere entrato in una struttura che mi permette di fare tutto ciò, potendo lavorare e confrontarsi al meglio. Chi è passato da qua ha lasciato bei ricordi, risultati e un’idea di bel calcio e mi piacerebbe ripartire da qui, riuscendo a divertire e ottenendo risultati. Spunti da Sarri e Giampaolo? Giampaolo l’ho avuto come allenatore nel mio ultimo anno da calciatore e ho cercato di studiarlo già all’epoca; altrettanto ho fatto con Sarri e anche con Andreazzoli. Più in generale penso che ogni allenatore lascia spunti interessanti che ognuno deve poi esser bravo a ricevere, far proprio e sviluppare mettendoci del proprio. Le mie precedenti esperienze? Le metto tutte sullo stesso livello, tutte fanno parte di un percorso e ci arricchiscono, anche quelle negative come può essere stata Sassuolo. Avevo forse bruciato alcune tappe per l’eccessiva voglia di arrivare, perdendo di vista il percorso che dovevo fare, con la troppa voglia e la gioventù che ebbero la meglio sulla parte razionale. Ma da un esonero ho capito tante cose di me che mi sono servite e che mi hanno aiutato a crescere”.  

“Dobbiamo essere bravi tutti a fare un passo indietro e azzerare tutto – ha aggiunto Bucchi -. Non dico dimenticare, anzi, perché quello che ha fatto l’Empoli nell’ultimo campionato di B nessuno può cancellarlo. Si riparte però da zero, ci attende un campionato difficilissimo, che da quando è tornato a 20 squadre è sicuramente più livellato: sarà una stagione lunga e complicata, un torneo dove è aumentata la qualità, dove tante squadre vorranno esser protagoniste e dove sarà fondamentale la continuità di risultati e di prestazione. Se qualcuno ad oggi pensa di essere avvantaggiato per la storia o per quello che è stato parte sconfitto: noi dobbiamo pensare a lavorare, con grande umiltà, consapevoli che se saremo bravi a farlo, man mano, possiamo aprire quei famosi cassetti che dicevamo prima”

“Inizieremo l’8 luglio – ha concluso Bucchi parlando del raduno -, ci troveremo a Monteboro al mattino e nel pomeriggio faremo il primo allenamento. Il rapporto con i tifosi? Per come sono fatto mi piace creare un rapporto con la piazza perché i tifosi possono essere una risorsa e diventare davvero l’arma in più. Lavoreremo molto a porte aperte, condivido questa modalità, tranne nelle sedute a ridosso della gara. Ma voglio che possa vivere la squadra e la squadra stia a contatto con la propria gente”.