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Il ritorno al campo, gli allenamenti collettivi, la ripresa del campionato sempre più vicina. Il tecnico azzurro Pasquale Marino ha parlato a 360 gradi in questo particolare momento ripartendo da quanto successo nei mesi passati e con lo sguardo al futuro.

“Veniamo da un periodo che ci ha segnato – ha dichiarato il tecnico azzurro -. Abbiamo visto tanta gente che ha perso la vita e questo ci fa riflettere. Il fatto che ci siano dei segnali positivi è bello per tutti, l’umore è certamente migliorato; cerchiamo di tornare alla normalità, sperando di riuscire a fare quello che abbiamo sempre fatto e che le cose tornino a procedere nel modo giusto. Ci sono state tristezza e paura, abbiamo giocato a Cremona a porte chiuse in una delle zone più colpite dal coronavirus con molti dei nostri giocatori che avevano amici e parenti nelle zone rosse. La preoccupazione, dunque, era tantissima e ci ha accompagnato per diverse settimane. Ne dovremo tenere di conto, perché queste sono esperienze che ti segnano per la vita. La preoccupazione c’è stata ma ora vediamo una luce in fondo al tunnel e se siamo qui a parlare di ripartenza vuol dire che la situazione sta migliorando. Ora abbiamo tanto entusiasmo, dopo un periodo così difficile c’è tanta voglia di lavorare. I giocatori sono stati bravi, anche a casa e individualmente hanno mantenuto un’ottima condizione fisica. Ma farlo da casa non è la stessa cosa che farlo al campo e in gruppo. Ci auguriamo di tornare presto alla normalità, anche nel bene del Paese e non soltanto dell’Empoli calcio”.

«Se il campionato fosse finito – prosegue – non avremmo avuto l’occasione di provarci. Adesso ce l’abbiamo e quindi, da parte dei ragazzi, l’entusiasmo non manca. Abbiamo una partita all’orizzonte e questo ci fa lavorare meglio. Che calcio sarà nell’era Covid? Dovremo essere bravi ad adattarci ma ricordiamoci che ci sono categorie che soffrono e fanno molta più fatica di noi a rispettare certe misure. Giocare senza tifosi è brutto, ma ci sono altre situazioni alle quali abituarsi. Indossare sempre le mascherine, evitare saluti troppo “calorosi”, rispettare i vari protocolli di sicurezza. Passeranno mesi per avere un vaccino o una cura e in questo momento, in ogni professione e attività, ci deve essere però uno spirito di adattamento alla nuova normalità nell’attesa che si possa tornare a vivere come prima».

“A livello fisico non sarà semplice – spiega ancora – se pensate che di solito a luglio si riparte dopo un mese di stop e prima di tornare a giocare passano diverse settimane. Adesso siamo stati fermi più a lungo e si torna a giocare prima. Potremo andare incontro a rischi, ma sarà così per tutti. Avere un organico ampio e tanta qualità è una cosa in più che ci aiuterà. Al rientro al campo i test sui miei giocatori hanno dato comunque ottimi risultati e ora ci concentreremo sull’intensità, puntando a recuperare anche tutti i giocatori dagli infortuni di lungo corso. Veniamo da un lungo periodo di stop, le incognite sono ancora di più, ma la società ha fatto il massimo per farci tornare comunque a lavoro in sicurezza e nel minor tempo possibile”.

“Sarà dura applicare certe regole in campo? – aggiunge il tecnico azzurro – Noi facciamo quello che ci dicono di fare, ci sono delle istituzioni che hanno deciso e valutato di farci ripartire. E noi ci adeguiamo a queste scelte. Il calcio è comunque una delle “industrie” più importanti dell’Italia. Essendo, poi, un’attività di contatto continuo è normale che i calciatori siano tra i più controllati. Non potendo garantire il distanziamento sociale in campo eseguiamo controlli settimanali per abbassare il più possibile ogni fattore di rischio. Capiamo che molti abbiano ancora negli occhi le orribili immagini degli ospedali di questo periodo, ma se si riparte anche il calcio deve fare la sua parte”.

“Futuro? Sono stato sfortunato: se non fossimo ripartiti – conclude – in virtù delle parole del presidente, probabilmente mi avrebbe confermato, invece me la dovrò giocare in queste 10 gare. Battute a parte, questo è un mini torneo ed io penso a questo. Sono arrivato qua con un contratto di cinque mesi. E adesso dobbiamo concentrarsi sul lavoro e sul campo. Io personalmente sono sereno, appena arrivato a Empoli ho percepito la qualità del lavoro fatto dalla società. Sono felice di essere qua, ma prima di pensare al futuro ci concentriamo su questo atipico finale di stagione”.