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Il tecnico azzurro Aurelio Andreazzoli ha parlato alla vigilia della sfida di domani contro il Napoli; ascolta le sue parole su Empoli Football Channel.

“Sappiamo che non sarà così facile creare difficoltà a una squadra come questa – ha dichiarato il tecnico azzurro -. Sono uno spettacolo assoluto, vederli giocare è una goduria per gli occhi. Però ci siamo anche noi e dovremo cercare di fare la nostra parte senza tirarci indietro; sappiamo che quando ci troviamo di fronte squadre altamente attrezzate come questa non puoi esimerti dall’esprimere il massimo che hai per cercare di controbattere, sapendo che questo non equivarrà mai al loro massimo. Ci proveremo, cercando di mettere del nostro quanto più possibile. Le assenze del Napoli? Vedendo i presenti, ripensando anche alla sfida di Coppa, credo che questi offrono ampie garanzie e ho la certezza che presenteranno una squadra importante, unito al fatto che c’è già un struttura dove tutti riescono ad inserirsi al meglio, perseguendo un’idea bellissima e che risulta anche molto produttiva. Ritrovare Spalletti da avversario? Io pensavo di giocare contro Domenichini… Battute a parte è un incontro che faccio molto volentieri, con lui e lo staff. Personalmente mi sono già espresso a favore del Napoli, una squadra che per tanti motivi gradirei ottenesse molto. Ci siamo trovati casualmente qui a Empoli in un ristorante una sera ed è stato un piacere riedersi perché quando passi lunghi periodi della vita con persone gradevoli anche se le occasioni ti portano lontano rimane sempre un ricordo molto particolare e indelebile”.

“Formazione? – ha aggiunto – Domani vediamo, i ragazzi non conoscono ancora la formazione.  Posso dire che al momento ho difficoltà, in positivo anche io e mi dispiace tener fuori qualcuno. Faremo le scelte anche tenendo conto della successione di gare che abbiamo da qui al Natale, pensando anche all’impegno di Coppa e a quello che ci attende. La forza del gruppo? Sicuramente è un elemento importante e rispecchia quello che succede dentro lo spogliatoio. Potrei fare un esempio ripensando all’ultimo allenamento, quando c’è stato uno scontro tra due ragazzi che si sono subito rialzati e tesi la mano, tutto col sorriso. È un qualcosa che riscontriamo sempre dentro lo spogliatoio, in ogni evento che li coinvolge si respira una situazione molto familiare e questo, assieme, ad altre componenti, è un elemento molto incidente. Tanti allenatori toscani in A venuti dal basso? Sicuramente il fatto che veniamo dal basso ci accomuna, al di ò della territorialità e dimostra che la gavetta fatta ha portato a qualcosa. Sui motivi non ho una spiegazione certa da dare; posso dire che con allenatori come Fascetti, Orrico, Silvio Baldini o anche altri hanno dato un bel contributo e tracciato un solco in cui poi è stato più facile entrare e provare a ripercorrerlo”.

“La tranquillità arma in più per domani?  – ha poi detto – Quest’arma ce l’abbiamo, i ragazzi lo hanno dimostrato. Il gioco, i meccanismi, il canovaccio, alcuni pensieri accomunano la squadra e rende la cosa più logica e fruibile. Facendo un parallelo col teatro, se hai un copione chiarissimo ma gli interpreti vanno fuori tempo anche la miglior scrittura va a farsi benedire. Così è nel calcio, dove se devi seguire un copione fai riferimento a quello, sapendo che se sbagli puoi rientrare. Accanto a questo se la storia si ripete, le convinzioni aumentano e ti spingono ancor più a crederci fino alla fine. Non ultimo è il lavoro che fanno i ragazzi in settimana, unito al fatto che tutti hanno mediamente dei buoni motori che noi cerchiamo di tenere a regime e che ci permette fino all’ultimo di sfruttare tutto quello che hai. La crescita dei giovani? Non chiedo loro niente più di quello che stanno facendo, senza cambiare atteggiamenti o mentalità, senza prendere i vizi che ha questo mondo; ma credo che non ci sia nessun pericolo tra i nostri giovani. Poi chiaramente le cose non vengono dal niente, l’Empoli ci sta lavorando da anni e quando hai una struttura così, che comunque può essere migliorata, è difficile andar fuori strada: chiunque inserisci, i ragazzi che vengono su prendono quel solco ed è difficile uscirne. A questi vanno aggiunti i comportamenti, che sono il miglior esempio che dobbiamo dare i giovani, cercando di trasferire loro le giuste qualità morali”.

“Di Lorenzo? – ha concluso – È scarso (sorride, ndr). È un nostro fiore all’occhiello, ci ha reso felici da quando è andato via da qua ma in maniera particolare quest’estate quando lo abbiamo visto alzare la coppa sul pullman. È stata un’emozione, come se fosse successo ad un figlio; per la persona che è una soddisfazione a cui abbiamo partecipato tutti in maniera esagerata. L’ho visto a Coverciano qualche settimana con la Nazionale ed è stata un’emozione riabbracciarlo”.