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Lavoro e fiducia. Queste le parole usate dal presidente Corsi per commentare il momento azzurro dopo la sfida con la Sampdoria e in vista della sfida contro il Cagliari all’edizione locale de La Nazione.

Gestire i momenti difficili fa parte del gioco – dice Corsi – e noi sappiamo bene che la serie A è questa. Lo dico in generale parlando ai tifosi, ma lo dico soprattutto a noi stessi. Non dobbiamo far drammi. Però dobbiamo capire cosa è successo e per questo abbiamo analizzato a lungo la sconfitta contro la Sampdoria. Dopo le prime giornate eravamo usciti rinforzati, mentre adesso abbiamo meno certezze. Contro la Samp abbiamo giocato una mezz’ora importante, abbiamo concesso poco e potevamo fare gol. La preoccupazione è legata al modo in cui siamo tornati in campo nella ripresa. Se è stato un problema fisico? Non credo. È stata più una questione mentale, ma è ovvio che se lasciamo certe occasioni a giocatori come Caputo il destino della partita è segnato. Toccherà al mister capire cosa non ha funzionato e i motivi per cui questo è accaduto, dovrà vedere gli aspetti tecnici e di reparto e provare a intervenire. Non va bene che la squadra rientri in campo dopo il primo tempo e si presenti come se il risultato fosse di 4-0 per loro. Difficoltà di tenere certi ritmi? Quella di giocare ad alta intensità deve essere per noi un’arma in più. Quando siamo riusciti ad essere aggressivi abbiamo messo in difficoltà la Sampdoria, poi però siamo calati”.

“L’allenatore sta lavorando – ha concluso – e sa che con il tempo certi giocatori possono solo migliorare. La squadra ha margini di crescita ed è quello che ci conforta. Non dimentichiamoci che anche tre anni fa, di questi tempi, in pochi avrebbero detto che Bennacer o Krunic, piuttosto che Di Lorenzo, sarebbero diventati quelli che poi sono diventati. A primavera ci accorgemmo tutti di ciò che erano capaci di fare. Dobbiamo avere fiducia nel lavoro e capire che il percorso è questo. Servono pazienza e lucidità, dobbiamo renderci conto che in questa categoria il sangue freddo è fondamentale. Forse le prime due partite ed in particolare la vittoria con la Juve ci aveva illuso, ma in serie A il nostro destino è quello di lottare e soffrire fino all’ultima giornata. Nell’anno di Giampaolo partimmo malissimo, eppure alla fine conquistammo il decimo posto. Sì, la fiducia è doverosa”