All’indomani della gara contro la Spal, il presidente azzurro Fabrizio Corsi ha parlato all’edizione locale de Il Tirreno.
“Non so cosa pensare, non so cosa dire – ha dichiarato -; se parlassi da tifoso, e io dell’Empoli sono prima di tutto un tifoso, userei espressioni di basso livello. Parlando da presidente devo pensare alla squadra, proteggerla dal rischio di crearsi alibi che non portano benefici. Il gruppo, inteso come giocatori e staff, deve migliorare e crescere. Pensare a fattori esterni significa che i problemi debbano risolverceli gli altri, invece da oggi ricomincia la battaglia. Dobbiamo sforzarci di pensare al fatto che abbiamo affrontato una delle gradi favorite, la Spal, dimostrandoci superiori. E anche che ci sono altre squadre come Chievo, Cittadella o Venezia a giocarsi la promozione diretta. Ci aspettano altre 16 gare difficili. Fare punti sarà sempre più complicato e dobbiamo concentrarci su questi aspetti”.
“In 30 anni di presidenza – prosegue Corsi – non mi era mai capitata una settimana come questa. L’arbitro Mariani è un internazionale, era dato come uno dei più in forma del momento. Difficile spiegare come, a pochi metri dall’azione, abbia trasformato un fallo di Segre su Romagnoli in un intervento da penalty del nostro capitano. Penso che, rivedendolo, anche lui ci sarà rimasto male. Non come noi ma quasi. Il rigore col Pescara riporta ad uno simile negli anni di Calciopoli? Episodio simile, è vero. Ma a Calciopoli non voglio neanche pensare. Non faccio i conti, ma di sicuro il rinvio dell’introduzione del Var ci sta penalizzando molto. Abbiamo chiesto e chiediamo attenzione. Lo feci anche dopo la partita di Chiavari, che pure avevamo vinto. L’Empoli è e vuole essere rispettoso, anche quando è difficile come oggi. Credo che anche il mondo arbitrale sia dispiaciuto per questi fatti. Conosco tante persone perbene, speciali, di quell’ambiente e sono certo che non siano soddisfatti”.
“Ai tifosi dico che capisco la loro rabbia – ha concluso il presidente azzurro -. Magari anche nei miei confronti per i toni che mi sto sforzando di usare. Se non fosse per i loro sentimenti neanche vorrei parlare di queste cose. Però questa rabbia, che è anche la nostra, deve servirci per dare di più. L’unico conforto che trovo è che ora dobbiamo provare a essere più forti di tutto e di tutti, confortati da come la squadra si sta esprimendo. Ci aspettano altre dure battaglie. A cominciare da quella di Pisa, dove incontreremo la squadra più in forma del campionato. E a questo, anche se è difficile, dobbiamo pensare”.