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Domenica 22 novembre 1998 è in programma la decima giornata del campionato di serie A 1998 – ’99 e l’Empoli è impegnato sul terreno dello stadio Delle Alpi contro la Juventus. Gli azzurri arrivano a sfidare i campioni d’Italia rinfrancati dal successo casalingo di sette giorni prima contro il Cagliari (2 – 1), una diretta concorrente per la salvezza, che li ha portati al quart’ultimo posto, insieme con il Vicenza. La zona tranquillità è assolutamente a portata di mano, ma preoccupa, proprio all’indomani della sfida contro i bianco neri, la discussione, davanti alla Commissione Disciplinare della F.I.G.C., di un presunto caso di illecito sportivo riguardo la partita di Genova contro la Sampdoria, giocata quattro turni prima. Il rischio è quello di scendere in campo con la mente ingombra di oscuri pensieri di penalizzazione, oltre che di considerarsi battuti in partenza, stante la forza di una Juve seconda in graduatoria, ad un punto dalla vetta. La squadra di Lippi, però, è reduce dalla pesante sconfitta di Roma contro i giallo rossi (2 – 0), e, oltre ad essere stati raggiunti in classifica proprio dai capitolini, è orfana del suo capitano e leader Del Piero, il cui ginocchio sinistro ha fatto crack ad Udine due settimane prima. Dal gelo della domenica del Delle Alpi – con il termometro che segna appena due gradi alle 14.30 – al bollente mercoledì di Champions League in una Istanbul in subbuglio con l’Italia per il caso Ocalan il passo è poi breve: la Juve è infatti attesa da una sfida forse decisiva contro il Galatasaray per il passaggio agli ottavi di finale. Così, un mini turn over e qualche scelta obbligata stante l’indisponibilità, oltre a Pinturicchio, di Davids, anch’egli infortunato, di Montero, squalificato, inducono Lippi a proporre un 3-4-1-2 con Peruzzi in porta, Tudor, Ferrara e Iuliano in difesa, Di Livio, Deschamps, Tacchinardi e Pessotto a centrocampo, Zidane tre quartista dietro alle punte Inzaghi e Fonseca. Nel modulo bianco nero si specchia Sandreani, che schiera il suo Empoli con Sereni tra i pali, Fusco, Baldini e Bianconi nelle retroguardia, Lucenti, Pane, Bisoli e Tonetto in mediana, Martusciello a supporto degli attaccanti Carparelli e Di Napoli. Decisamente non un bello spettacolo quello offerto da Madama agli occhi dell’avvocato Agnelli, dal look intabarrato, deciso a sfidare i primi freddi stagionali pur di stare vicino alla propria squadra. Eppure, dopo appena un minuto, una punizione dal limite dubbia – nel senso che poteva anche essere rigore – assegnata dall’arbitro Bolognino per fallo di Lucenti su Deschamps sembra subito voler confermare i pronostici che vorrebbero la Vecchia Signora proiettata all’attacco e subito padrona del gioco. Invece, pian piano, il piccolo Empoli inizia a farsi grande, denotando tutta la fragilità bianco nera. Carparelli e Di Napoli, lanciati in profondità, sono spesso imprendibili per il fisico quanto impacciato terzetto di guardia juventino, ma è come se, per eccessivo timore reverenziale, rifuggissero dallo sperimentare appieno l’inconsueta debolezza avversaria. Non è un caso se la prima chance per gli uomini di Lippi sia a confezionarla, al 28’, Lucenti, che mette in apprensione Sereni con un complicato retropassaggio. Fonseca fa il solletico al portiere azzurro, mentre ben più pericoloso è Zidane che, liberato da Pessotto, esplode il sinistro, ma trova Sereni pronto alla respinta. E finalmente, proprio sul finire del primo tempo, dopo qualche fuorigioco di troppo e diverse fumose azioni non concretizzanti le notevoli geometrie disegnate sul prato verde torinese, l’Empoli avrebbe la possibilità di portarsi meritatamente avanti, se non fosse per Peruzzi, che, in uscita disperata, ferma Lucenti, messo solo davanti alla porta da una splendida combinazione Martusciello – Carparelli. Nella ripresa, Lippi cambia modulo: fuori Ferrara, dentro Amoruso, con Di Livio che aumenta il chilometraggio da pendolare, scalando terzino destro, e Juve che passa al 4-3-3. Una mossa fine a se stessa, perché sembra quasi di vedere un Zebra intenta a non sprecare energie per difendersi dagli assalti dei Leoni turchi in avvicinamento. La regia di Deschamps è piatta, Zidane non squarcia mai le attente marcature avversarie ed ecco, allora, addirittura tre palle goal per la coppia di attaccanti azzurri tra il 7’ ed il 10’: Di Napoli lancia Carparelli solo davanti a Peruzzi, che esce ancora una volta da campione e, da terra, con un numero da circo, incredibilmente riesce a mettere fuori causa l’accorrente Di Napoli poi è un lancio di Pane a mettere Di Napoli nelle migliori condizioni di concludere, ma il sinistro sfila fuori quindi, Carparelli sfugge a Tudor e crossa al centro per Di Napoli, giunto, però, con un attimo di ritardo all’appuntamento con il pallone. Lo stesso Di Napoli si eleva a protagonista sfortunato del dominio toscano sulla Torino bianconera: al 16’, Peruzzi para con sicurezza un suo tiro di sinistro, poi trova l’opposizione miracolosa di Iuliano, dopo un’azione splendida avviata da un lancio di Fusco e rifinita con un colpo di testa di Baldini, infine viene fermato due volte in extremis da Deschamps. Lippi le prova tutte (Blanchard e Conte per Fonseca e Di Livio), ma tutto quello che i suoi producono sono un tiro potente fuori di Amoruso, un destro di Pessotto neutralizzato senza problemi da Sereni ed un colpo di testa mancato da Tacchinardi su cross di Zidane. Decisamente troppo poco al cospetto di un Empoli comportatosi al Delle Alpi da grande squadra, capace di mettere per almeno tre volte un uomo solo davanti alla porta di Peruzzi. Uno 0 – 0, incredibile a dirsi, davvero stretto alla squadra di Sandreani. Altro che “Mamma li Turchi”! Federico Ferretti