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Domenica 2 aprile 2006 si gioca la 32° giornata del campionato di serie A 2005 – ’06 e l’Empoli è di scena all’Olimpico di Roma contro la Lazio. Tre vittorie consecutive nelle precedenti tre partite (l’ultima per 2 – 1 nel derby contro il Livorno) ed un margine di quattro punti sulla terz’ultima, inizio della zona retrocessione: il cielo pare divenuto addirittura di un azzurro splendente dopo che, complici tre sconfitte di fila, si erano addensate nubi minacciose al principio dell’avvento di Cagni sulla panchina toscana al posto di Somma. Davvero un buon viatico per affrontare una gara complicata contro una Lazio sesta in classifica e rinfrancata dal successo casalingo di sette giorni prima contro la Sampdoria (2 – 0) che, dopo alti e bassi, l’ha attestata in piena “area Euro”. Cagni presenta il modulo 4-2-3-1 e schiera Balli in porta, Raggi, Coda, Pratali e Tosto in difesa, Almiron e Moro mediani, Buscè, Vannucchi e Lucchini tre quartisti dietro all’unica punta Tavano. Delio Rossi, allenatore bianco celeste, conferma il suo classico 4-4-2 con Peruzzi tra i pali, Oddo, Siviglia, Cribari e Zauri dietro, Behrami, Dabo, Liverani e Mauri a centrocampo, Rocchi e Pandev in attacco. Si parte con l’Empoli che sembra rimasto ancora nella pancia dello stadio: al 7’, Pandev prende palla, fa fuori Coda e Pratali e batte Balli, segnando una rete capolavoro, simile a quella rifilata dal macedone alla Juventus nel 2004. Neanche un minuto e gli uomini di Rossi raddoppiano: contropiede avviato da Liverani, cross di Mauri, deviazione di Rocchi intercettata da Balli e tap – in vincente di Behrami. Sotto di due goal, i toscani provano a reagire e, quando hanno la possibilità di manovrare, piacciono anche per lucidità di manovra, mentre gli avversari, pur sempre temibilissimi nelle ripartenze, sembrano autocompiacersi per il doppio vantaggio. Così, al 25’, gli azzurri accorciano le distanze con Tosto, lasciato colpevolmente solo da Oddo, liberato da un colpo di testa di Lucchini, a sua volta pescato con un cross dalla destra di Buscé. Seguono, dunque, cinque minuti decisivi sull’economia della gara: Balli salva per tre volte la sua porta dagli assalti bianco celesti, mentre alla quarta Rocchi, imperdonabilmente, passa la palla al portiere toscano invece di servire Zauri e Rocchi, smarcatisi sul binario sinistro. Nella ripresa, in dieci minuti, due cambi per parte dalle opposte fortune: infelice l’ingresso di Manfredini per l’acciaccato Mauri, brillante l’entrata in campo di Lodi al posto di Lucchini come esterno alto a sinistra. E’ proprio lui, sulla spesso ingolfata corsia mancina, ad ispirare Tavano, che con classe da vendere si libera di un nugolo di avversari, supera Peruzzi e, grazie alla marcatura numero 17 in campionato, porta la partita sul 2 – 2. Dilapidato l’uno – due dei primi otto minuti di gara, Rossi non può che affidarsi all’idolo di casa, Di Canio, messo dentro addirittura al posto di un esterno, Behrami, salvo poi riequilibrare prudentemente il tutto con Bonanni, un’ala tattica, al posto di Pandev. Che, prima di uscire, ispirato proprio da Di Canio, costringe Coda al prodigioso salvataggio sulla linea. Ma il condottiero laziale è caricato al punto tale da permettere al proprio allenatore di rifarsi con gli interessi rispetto alla sfortunata idea Manfredini: minuto 35, Di Canio solca l’area da destra a sinistra e con un diagonale magistrale infila il 3 – 2. L’Olimpico è in tripudio, ma il gesto di stizza del beniamino bianco celeste verso la panchina di Rossi fa scattare subito la contestazione nei confronti del presidente Lotito. Una non tanto sparuta minoranza della curva Nord – definizione cara al patron laziale – che il resto dello stadio, almeno formalmente, prova ad ammutolire. La gara si avvia verso la conclusione, con l’Empoli che prova disperatamente a non uscire imbattuto ed i padroni di casa che sprecano con Liverani, che alza sopra la traversa un pallone che forse era necessario gestire con più calma. Il cronometro annuncia che, ormai, mancano solo otto secondi al termine dei tre di recupero assegnati dall’arbitro Ayroldi: Raggi non si dà per vinto, scodella da destra la sfera della disperazione, Siviglia viene scavalcato dal traversone ed Oddo segna l’ultimo dei suoi tre goal settimanali (dopo la doppietta alla Sampdoria) nella porta sbagliata, annichilendo Peruzzi. Festa spostata direttamente negli spogliatoi dell’Empoli, stante l’istantaneo fischio di chiusura della partita, con Peruzzi che prende sotto braccio Oddo, rimasto impietrito, accompagnandolo verso i sotterranei di un Olimpico incapace di darsi spiegazioni sull’accaduto e gelato dal successo del Chievo sul Livorno, che porta i veronesi a più tre dalla Lazio. Vittima di un pesce d’aprile posticipato di 24 ore! Federico Ferretti