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Dopo un turno di sosta dedicato alle qualificazioni per il campionato europeo di Germania 1988, domenica 10 aprile 1988 la serie A 1987 – '88 riprende con la 25° giornata di campionato che vede l'Empoli di scena alla "Scala del calcio" contro il Milan. Gli azzurri, reduci da tre pareggi ed una sconfitta, anche se con un solo goal al passivo subito a Roma contro i giallorossi, si giocano le ultime, disperate, chance di salvezza. E' vero che anche da terz'ultimi si mantiene la categoria per effetto della riforma dei campionati che porterà la A da 16 a 18 squadre a partire dall'anno successivo, ma la vittoria manca da quattro turni e la classifica azzurra parla chiaro: ultimo posto a tre lunghezze dalla salvezza, anche per effetto della penalizzazione di cinque punti inflitta ai toscani dalla giustizia sportiva ad inizio stagione. Così, sperare di far bottino al cospetto dello stellare Milan di Sacchi, che ha perso solo una partita su 24, vincendone 14 e pareggiandone 9, e che rincorre il Napoli di Maradona quattro punti dietro, sembra quasi un'eresia. Tra l'altro, al mazzo di campioni che il presidente Berlusconi ha iniziato ad allestire due anni prima, rilevando una società sull'orlo di una crisi di nervi, si è aggiunta, con l'esplosione della primavera, la rifioritura di un "Tulipano" olandese he sembrava essersi definitivamente appassito: un certo Marco Van Basten, professione centravanti. L'olandese volante, prelevato dall'Ajax per 1,75 miliardi di lire, proprio contro l'Empoli ritorna in campo, seppur partendo dalla panchina, dopo che la caviglia sinistra lo ha fatto penare per sei mesi. E pensare che, quando giocava in patria, era stata l'altra caviglia, la destra, a creargli non pochi problemi, costringendolo ad operarsi in Svizzera. Con il Milan ed il calcio italiano, nell'estate del 1987, l'impatto è devastante: subito in goal contro il Bari, in Coppa Italia, e poi a Pisa, alla prima giornata di campionato. Poi, ecco la gara di Coppa UEFA contro l'Espanyol, a segnare la fine della prima campagna europea dell'era Berlusconi oltre che a fermare nuovamente lo sfortunato Marco. Per un "Tulipano" olandese che torna a sbocciare sul prato verde di "S. Siro", eccone un altro che, invece, non si è mai seccato, ovvero Gullit, confermatissimo anche contro l'Empoli con il consueto numero dieci sulle spalle. Sacchi, tecnico rossonero, gli affianca Giovanni Galli, Tassotti, Mussi, Colombo, Filippo Galli, Baresi, Donadoni, Ancelotti, Virdis ed Evani. Salvemini, allenatore degli azzurri, contrappone Drago, Vertova, Pasciullo, Gelain, Brambati, Lucci, Urbano, Della Scala, Incocciati, Cucchi e Mazzarri. San Siro dà il bentornato a Van Basten in una giornata piena di sole che, però, nei primi minuti, sembra abbagliare il Milan, sorprendentemente in affanno nei primi minuti. All'11', un errore di Ancelotti consegna la palla ad Urbano, che lancia Cucchi, abilissimo a superare in velocità Baresi e Filippo Galli, decisamente meno al momento di concludere, sparacchiando sul fondo da buona posizione. Lo imita, poco dopo, sull'altro fronte, Donadoni, che sballa il tiro, dopo aver conquistato un pallone allontanato di pugno da Drago su cross basso di Evani. Inevitabile, al cospetto dell'immensa classe degli uomini rossoneri, unita all'avanguardia degli schemi di Sacchi, la tattica di Salvemini: quattro difensori in linea, più Lucci libero qualche metro più avanti di Drago, ed occupazione precisa e puntuale di tutti gli spazi del campo, con ferree e, talvolta anche spigolose, marcature ad uomo. Dunque, Gelain disturba Gullit al momento di rifinire, Brambati cerca di limitare i guizzi di Evani e Vertova prende in consegna Virdis, anch'egli al rientro dopo tre domeniche di stop per infortunio. Il centravanti sardo appare in evidente debito d'ossigeno, ma i sette goal con cui ha più che degnamente sostituito lo sfortunato Van Basten certamente impongono l'astensione da qualsiasi tipo di critica. Si va avanti senza altre particolari emozioni, tanto che Ugo Tognazzi ammette candidamente che il "Milan vs Empoli" dei primi 45 minuti sarebbe da nomination alla delusione per il 1987 – '88. Forse sarebbe stato meglio scegliere un'altra occasione per rispondere all'invito di Berlusconi, formulato nei confronti dell'attore addirittura tre anni prima. Sacchi, però, non vuol sentire neanche solo metaforicamente parlare per i suoi di Oscar alla "barbosità" d'annata. Spazio, dunque, dal primo minuto del secondo tempo, a Van Basten, per provare ad esaltare un copione davvero amorfo fino a quel momento. E tutto il popolo rossonero, dopo aver poco simpaticamente sottolineato il divario tecnico con gli azzurri al grido di "serie B, serie B", accoglie con un boato l'entrata in campo del centravanti orange al posto di Virdis. Pochi, però, nei primi minuti, i palloni giocabili per Marco, braccato da Vertova, che chiude tutti i varchi, vanificando gli sforzi di Ancelotti, Colombo e Donadoni. Gullit poi sembra giocare per conto suo, sprecando oltre l'inverosimile. Ed il "piccolo" Empoli prova ad approfittarne, tanto che Cucchi, al 51', scappando ad uno svagato Baresi, riesce pure ad arrivare al tiro, trovando pronto Giovanni Galli. Intanto, però, Van Basten inizia a riprendere confidenza con il bersaglio grosso, sparando su Drago al 54', ma a salve, visto che l'arbitro Lo Bello aveva già fermato il gioco per una precedente irregolarità, senza che si possa, dunque, neanche parlare di goal annullato. Ma passano solo altri sei minuti ed il "Cigno di Utrecht", uno dei tanti soprannomi scelti a dipingere la maestosa eleganza di Van Basten, ricevuta palla da Ancelotti, alza il capo, vede che tutti i compagni sono marcati e, dai 25 metri, scaglia una sassata nell'angolo opposto, laddove Drago davvero non può arrivare. "S. Siro esplode", mentre l'olandese volante viene sommerso dall'abbraccio dei propri compagni. Per un campione ritrovato, un arbitro, Lo Bello, che sembra aver smarrito la retta via, negando un rigore più che evidente alla squadra di Salvemini stante un'uscita kamikaze di Giovanni Galli su Urbano, travolto dal portiere milanista nel tentativo di proteggersi su azione di calcio d'angolo. Ormai, però, evaporato il sogno, a lungo accarezzato dagli azzurri, di uscire incolumi dal "Meazza", la strada si impenna in salita, come testimoniato dall'affannoso intervento con cui Lucci nega il raddoppio a Van Basten, forse attardatosi troppo davanti a Drago, credendo di essere in fuorigioco. Allora i conti li potrebbe chiudere, all' 83', capitan Baresi, che si incarica di battere il penalty concesso da Lo Bello per un intercetto con il braccio di Lucci su un passaggio di Evani, ma il tiro, centrale, viene respinto da Drago in angolo. E' l'epilogo di una gara che consente al Milan di rimanere a meno quattro dal Napoli, mentre rimanda ancora una volta l'Empoli a mani vuote. Giusto atteggiarsi da "brutti, sporchi e cattivi anatroccoli" al cospetto del "Cigno di Utrecht", che, però, purtroppo, ha scelto proprio gli azzurri come prime vittime del suo ritrovato killer instinct. Quanto… "Basten" per confermare ancora una volta l'allergia primaverile alla vittoria degli uomini di Salvemini..! Federico Ferretti