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Domenica 1° marzo 1998 si gioca la 23° giornata del campionato di serie A 1997 – '98 e l'Empoli ospita l'Udinese. Gli azzurri sono quart'ultimi insieme a Piacenza ed Atalanta, ma la grinta inculcata da Spalletti e le prodezze di bomber Esposito rendono la salvezza un obiettivo assolutamente alla portata, anche perché le ultime due della classe, ovvero Lecce e Napoli, distanti ormai, rispettivamente, otto e dieci punti, appaiono come le prime due vittime della retrocessione. Tutti abili ed arruolati tra i toscani, schierati con il 3-5-2 e rappresentati da Roccati tra i pali, Fusco, Baldini e Bianconi in difesa, Ametrano, Pane, Ficini, Bonomi e Tonetto a centrocampo, Esposito e Cappellini di punta. Dopo due sconfitte in trasferta (3 -1 a Milano contro i rossoneri ed a Roma contro la Lazio) ed un pareggio interno (1 – 1 nel derby contro la Fiorentina), tornare a fare punti al cospetto di un'Udinese quarta in classifica, in serie positiva da quattro turni, trascinata dalle 17 reti di Bierhoff, capocanonniere, sembrerebbe davvero arduo, se non fosse per le ombre che da qualche tempo oscurano le Zebrette, turbando la consueta tranquillità ai piedi delle Alpi Orientali. Sui Pozzo, infatti, proprietari dell'Udinese, pende un'inchiesta della magistratura per una presunta frode fiscale, mentre il tecnico Zaccheroni e Bierhoff sono solo due dei gioielli di famiglia che appaiono destinati a divorziare dalla società bianconera a fine stagione. Quasi certamente, se ne aggiungeranno degli altri, al fine di abbassare il prezzo del pacchetto di maggioranza della società, messa in vendita dopo 12 anni di costante crescita sul piano tecnico ed aziendale. Dunque, testa tutt'altro che sgombra per Zaccheroni e co, che si presentano al "Castellani" con il consueto 3-4-3 basato su Turci tra i pali, Bertotto, Calori e Pierini nella retroguardia, Helveg, Giannichedda, Walem e Navas nel cuore del campo, Locatelli, Bierhoff e Jorgensen nel tridente d'attacco. La scelta di Zaccheroni di schierare Navas a sinistra per contrastare le folate di Ametrano si rivela subito infausta, perché l'argentino bianconero viene costantemente travolto dall'azzurro, accompagnato spesso da Bonomi, che si infila in profondità più centralmente. Walem e Giannichedda faticano a portare il pressing alto ed a giocare per Bierhoff, isolato e con la testa forse già ad altri lidi, oltre che all'imminente Mondiale di Francia. Helveg, uno dei pochi udinesi a vincere i duelli individuali, al 23', pennella un cross perfetto per la testa di Jorgensen, che impegna Roccati in una difficile parata, unico lampo friulano del primo tempo. Cresce, invece, alla distanza l'Empoli, che prima reclama un rigore per un intervento in area con il braccio di Giannichedda su tiro – cross di Esposito – ritenuto involontario dall'arbitro Trentalange – per poi vederselo assegnare al 35' per un fallo di Calori su Ametrano, lanciato ottimamente da Pane. Dal dischetto, Esposito fa secco Turci e scrive una nuova pagina della storia azzurra: con nove reti, diviene il miglior marcatore di sempre dell'Empoli nel massimo campionato, staccando di una lunghezza lo svedese Ekstrom ed il compianto Cucchi. La gioia di Carmine goal contagia i compagni, che si esaltano in ogni zona del campo: Baldini assume il controllo dello spazio aereo su Bierhoff, Pane e Ficini dominano a centrocampo, mentre Cappellini fa perdere più di una volta la bussola a Pierini e Calori, come al 44', quando a metterci una pezza è Turci, che devia in angolo. Nel secondo tempo, l'Udinese prova con maggiore determinazione a non chiudere con un mesto finale la favola più bella del campionato e, per la prima (ed anche unica) volta, Bierhoff sfugge a Baldini ed inzucca a colpo sicuro, ma Roccati è superbo. Zaccheroni cambia anche qualcosa in mediana ed in attacco e, all'11', toglie lo spaesato Navas e Locatelli – bravo, ma troppo individualista – sostituendoli con Bachini – al rientro dopo qualche settimana di assenza per infortunio – e Poggi. Quest'ultimo sembra decisamente più in palla di Bierhoff, mancando il pareggio da buona posizione e costringendo Roccati ad un nuovo miracolo. Due sostituzioni, anche se forzate, pure per Spalletti che, dopo poco più di un quarto d'ora, richiama in panchina Cappellini, zoppicante, vittima di un probabile stiramento, mette dentro Florijancic e poi, purtroppo, assiste al ko di Esposito, che, al 37', lascia il posto a Lucenti. Una sospetta lussazione alla spalla sinistra costringe il goleador napoletano a giocare l'extra time in ospedale, ove il dolore offusca solo in parte il suo giorno di gloria. E pensare che, pochissimi istanti prima della barella, il trionfo di Carmine goal era stato davvero ad un passo, se non fosse stato per Pierini, decisivo nel salvataggio sulla linea. L'Udinese è, comunque, troppo riflessiva nella sua manovra, povera delle verticalizzazioni tanto care a Zaccheroni e capaci di esaltare il tridente bianconero. L'ultima opportunità è per Jorgensen, che, però, non centra il bersaglio grosso, difeso fino all'ultimo dall'Empoli senza troppi fronzoli e con più di qualche sana sparacchiata in tribuna. Il successo premia ancora una volta il grande temperamento della banda Spalletti, decimata, però, in vista dello spareggio salvezza della settimana successiva a Bari, sia dal referto dell'arbitro, che squalifica Ametrano, Pane e Ficini, che dal bollettino medico, che mette più che probabilmente fuori combattimento Cappellini ed Esposito, assoluto "man of the match". Ma il presente è troppo luminoso per pensare subito ad un oscuro futuro! Federico Ferretti