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Domenica 8 dicembre 1985 è in programma la 14° giornata del campionato di serie B 1985 – ’86 e l’Empoli va a giocare in trasferta contro il Genoa. Azzurri, e rosso blu sono appaiati al quinto posto in classifica insieme a Bologna, Lazio e Vicenza. Se, però, da un lato i toscani intendono soprattutto riscattare l’ultima performance lontana dal Castellani, coincisa con una pesante sconfitta 4 – 0 contro la Cremonese, dall’altro il Genoa, per tradizione e qualità della rosa nutre ambizioni di promozione. I liguri sono poi in serie positiva da tre turni (due successi ed un pari) ed ancora imbattuti in casa (cinque vittorie ed un pareggio), dimostrando di essere in buona forma. Salvemini, allenatore dell’Empoli, manda in campo Drago, Vertova, Gelain, Della Scala, Picano, Salvadori, Cecconi, Urbano, Della Monica, Casaroli e Cipriani. Burgnich, tecnico dei liguri, schiera, invece, Cervone, Torrente, Trevisan, Boscolo, Faccenda, Policano, Guerra, Mileti, Marulla, Butti e Tacchi. Scenario da girone infernale dantesco – o da classico film horror per gli appassionati di cinema – quello che si presenta pochi istanti prima dell’inizio della gara, con Marassi avvolto da una spessa coltre di nubi dense di pioggia e sferzato da improvvise raffiche di vento. Addirittura c’è qualcuno che paragona lo stadio al vicino cimitero monumentale di Staglieno, percependo oscuri presagi di sventura. Se non altro, le emozioni sono sin da subito tutt’altro che morte e sepolte, visto che, dopo 5’, Della Monica con un incursione ficcante in area genoana costringe Cervone a salvarsi di piede. E’ un Empoli che si dimostra pimpante, soprattutto con lo stesso Della Monica e Cecconi, ma, come spesso avviene nel calcio, chi non gioca bene passa in vantaggio, magari in modo rocambolesco. Così, al 20’, Tacchi sembra volersi incaricare di una punizione da circa venti metri, prende la rincorsa, ma, un istante prima di impattare il pallone, cambia improvvisamente direzione, defilandosi e lasciando che sia il sinistro devastante di Policano ad infilarsi alle spalle di Drago. Lo spaesamento dei giocatori azzurri per la bizzarria del goal subìto si amplia, però, a livello generale intorno alla mezz’ora, quando i ventidue in campo si ritrovano a vagare come fantasmi in una surreale atmosfera di “amarcord Felliniana”. La visibilità è talmente ridotta dalle nuvole basse che anche in un “English style stadium” come il “Luigi Ferraris” – con gli spalti attaccati al terreno di gioco – la folla fa fatica a comprendere quello che sta succedendo sul rettangolo verde. Dalla gradinata Nord, cuore del tifo rosso blu, si accendono tante fiammelle bianche, una sorta di “panolada luminosa” per protestare nei confronti della situazione in cui i tifosi sono costretti ad assistere all’incontro. Per fortuna, la situazione migliora nel giro di pochi minuti, anche se, nella nebbia, pare continuare ad essere avvolto l’arbitro Greco che, di lì a poco, rimane insensibile ad una fallo in area di Torrente ai danni di Cecconi. Al 39’, situazione invertita: Marulla vola giù in area empolese e di nuovo “nulla quaestio” per il direttore di gara. Tuttavia, proprio allo scadere del tempo, Greco sembra farsi coraggio, assegnando il penalty all’Empoli per un fallo di Mileti su Gelain, colpito nettamente sul piede di appoggio nel tentativo di spodestare dalla conclusione a rete Casaroli, lanciato da Della Monica. Dagli undici metri, Cecconi non fallisce e fissa il punteggio sull’1 – 1. La ripresa registra i primi venti minuti di equilibrio, con gioco prevalentemente a centro campo. Dopodiché, al 63’, è l’Empoli ad avere la palla del vantaggio con Cecconi, ottimamente servito da Della Scala, che si fa chiudere da Cervone, coadiuvato da un compagno. Passano sei minuti ed è ancora il gran sinistro di Policano a spaventare Drago, costretto al volo prodigioso in angolo. Quindi, il palcoscenico è di nuovo, suo malgrado, per Greco che, al 72’, addirittura ammonisce Butti – chiaramente ostacolato da Della Scala in area – per simulazione. Il numero dieci genoano si riscatta, però, tre minuti dopo, quando riporta in vantaggio i suoi, deviando di piatto in goal un cross dalla destra di Mileti. Butti vorrebbe addirittura rifarsi con gli interessi, andando ad esultare a pochi passi dalla recinzione con il pubblico, ma i conti finiscono per andare in rosso a danno del Genoa, al pari del cartellino sventolato da Greco all’autore del 2 – 1, colpevole, secondo l’arbitro, di aver aizzato i propri tifosi. Butti esce dal campo in lacrime, incredulo, mentre ci credono eccome gli uomini di Salvemini, forti della superiorità numerica, tutti protesi a cingere d’assedio i padroni di casa. E, all’83’, la generosità degli azzurri trova il suo meritato premio con il due pari: Casaroli ci prova dai 25 metri con un gran tiro e ci azzecca, sorprendendo nettamente Cervone, coperto da un nugolo di compagni ed avversari. Al netto della discutibile direzione arbitrale, stante l’andamento della partita, ecco, dunque, emergere chiaramente il risultato più logico, nonostante la densa bruma genovese..! Federico Ferretti