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Festa della Liberazione :

Dovrebbe essere la festa di tutti gli italiani, la più sentita, ricordo da bambino che in questo giorno era pieno di bandiere tricolori che sventolavano dappertutto e mi piaceva il sentimento di unità che si respirava, ancora c’erano testimoni che avevano vissuto sulla propria pelle il disastro delle due guerre mondiali. Erano ancora vivi il mio bisnonno e mio nonno che avevano combattutto le due “grandi” (che contraddizione) guerre e per questo erano stati decorati, con i loro racconti mi affascinavano e mi rendevano orgoglioso di essere loro nipote ed Italiano.
A scuola era un susseguirsi di iniziative e di testimonianze tese a “seminare” le nuove generazioni di un sentimento di pace universale … Col tempo tutto questo si è affievolito e rimangono sempre meno testimoni oculari di quella rovina e per questo bisogna mantenere vive le loro esperienze affinchè quello che è stato non abbia a ripetersi.

Dedico a tutti i componenti la famiglia gialloblù una poesia di Calamandrei che a me piace tantissimo:

Il Monumento :


Lo avrai camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d’un macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA.